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Anche quest’anno il cartellone del festival Tener-a-mente di Gardone Riviera è molto eclettico, trasversale e unico anche per il bellissimo anfiteatro che ospita i concerti. Abbiamo sentito Viola Costa, la direttrice del festival, e con lei abbiamo parlato dei mille problemi e delle difficoltà dell’organizzare una rassegna così ampia, dei ‘No’ e dei ‘Sì’ ricevuti e della ricerca di un livello artistico da mantenere a tutti costi alto.
Quest’anno la varietà è tantissima come le esclusive, è stato più complesso degli anni scorsi completare il cartellone?
Quest’anno è stato molto complicato, mai così tanti artisti hanno escluso a priori l’Italia nei loro tour. Come ogni anno contattiamo chi può interessarci e che sarà in tour in Europa e cerchiamo di portare al Festival, ma tra i costi, che comprendono il cachet ma anche i trasporti, la manodopera eccetera che diventano più alti ogni volta in molti non siamo riusciti ad averli. In certi casi avremmo avuto un prezzo dei biglietti troppo alto, in altri, come dicevo, per loro scelta non passavano per l’Italia.
Mi vengono in mente i Wilco…
Ecco metti il dito nella piaga! Loro li ho corteggiati tantissimo, ma non hanno voluto saperne di venire, sono anni che ci provo ma non ci sono ancora riuscita!
Qual è l’artista o il concerto che quest’anno più rappresenta lo spirito del Tener-a-mente Festival?
Ti rispondo con tre nomi: il primo Morrissey, lui era un sogno nel cassetto da anni, quest’anno ci è stata data l’occasione di metterlo in cartellone e sia per costi, impegno organizzativo e rischio non lo volevo perdere, perchè lui è proprio espressione di un mondo che è affine al festival. Altro artista a cui tengo molto è Bill Callahan, rappresentante della scena lo-fi, dopo Beck, ospitato qualche anno fa, è una scelta quasi ovvia. La sua poetica, il dramma che esprime si sposano perfettamente con l’idea di festival che abbiamo. Il terzo nome è Brandi Carlile, artista iconica, star internazionale, consacrata dall’album a quattro mani con Elton John, è quasi una premiere in Italia essendosi esibita solo una volta all’inizio della carriera a Milano. Ecco, se vuoi un tratto dominante di queste scelte è quella di prendersi un rischio mantenendo alta la qualità. Sfida che ogni anno cerchiamo di vincere.

Come percepiscono gli artisti l’esperienza di esibirsi in un luogo così iconico come il Vittoriale? Ricevete feedback particolari da loro?
Quello che posso dirti è che c’è un gradimento condiviso, visto anche dalla quantità di foto fatte dal palco da loro. Patti Smith è riuscita a scattare, con un permesso speciale, delle foto nella casa di D’Annunzio, e una di queste l’ha esposta ad una personale a New York. David Byrne, estasiato dal parco monumentale, ne ha poi parlato nel suo blog, gli Elbow fecero anche delle foto durante il concerto quando videro la luna riflessa nel lago…
Quanto influisce la particolare atmosfera del Vittoriale nella scelta degli artisti da invitare? Cercate musicisti che si adattino a questo luogo unico?
Direi moltissimo! Il luogo è comunque per prima cosa un presidio culturale e quello deve restare. Gli artisti sono scelti in base all’urgenza espressiva che hanno, scelte diverse dovrebbero essere fatte se al posto di questo luogo ci fosse un parcheggio o un campo sportivo… Ho diverse agenzie che mi propongono l’ “artista giusto” ma io rifiuto, il nostro criterio è diverso.
Quest’anno però c’è Anastacia ad esempio…
Sì, certo, il festival non deve essere il ‘mio’, deve guardare oltre. Lei è certo un’espressione del pop di un certo tipo, secondo me in quell’ambito fatto bene, e lei ha una storia personale non semplice, diciamo che si avvicina ad un’idea di artista che personalmente stimo ma musicalmente lontana dai miei ascolti, detto questo certe scelte sono anche dettate dal riuscire ad avere più spazio per rischiare di portare qualcuno per cui non si sa bene quanto riempirà l’anfiteatro.

C’è un genere musicale o un artista che vorreste portare al festival ma che, per varie ragioni, non è ancora stato possibile?
Posso risponderti sul genere che è il metal, un Alice Cooper lo vedrei bene, per l’artista… non lo dico per scaramanzia! Fino a qualche anno fa era Jeff Beck ma, ora che lo abbiamo avuto, un altro ha preso il suo posto. Alcuni generi invece, come l’elettronica, hanno bisogno di spazi più raccolti, anche se gli Air ce li vedrei bene, tempo fa facemmo Arto Lindsay al Laghetto delle Danze e fu fantastico anche se totalmente noise. Purtroppo i costi di ‘aprire’ un palco non sono sostenibili per act così piccoli e torniamo al problema che ci dovrebbero essere dei costi dei biglietti troppo alti, magari in futuro se ci fosse un finanziamento importante… io lo spero!
