“Sono contenta che ci si sia accorti che recito anche per aiutare le donne a star meglio e ad essere più libere”. Così affermò Anna Magnani (ricevendo un premio, come riportato in un articolo di Enzo Rava 1973), la straordinaria attrice che nasceva il 7 marzo del 1908 a Roma, città per la quale ha incarnato la “Mamma” grazie a Pier Paolo Pasolini (Mamma Roma, 1962) e prima di lui Rossellini: per Roma città aperta (1945) nel ruolo di Pina ebbe il Nastro d’Argento, il primo del Dopoguerra, e una dichiarazione eccelsa del poeta Giuseppe Ungaretti:
“Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato”.
Madre lo fu davvero, fuori dagli schemi: ebbe Luca, fuori dal matrimonio, con l’attore Massimo Serato, bello e impossibile.
“Se la morte mi spaventa ancora un po’ è perché vorrei che ciascuno potesse essere se stesso per poter morire in pace… Ho lottato, ho urlato alla vita, e oggi sorrido alla morte”.
“Confusi con la pioggia sul selciato, sono caduti gli occhi che vedevano gli occhi di Nannarella che seguivano le camminate lente sfiduciate ogni passo perduto della povera gente. Tutti i selciati di Roma hanno strillato. Le pietre del mondo li hanno uditi”.
È sepolta al mare, che amava tanto: al Cimitero di San Felice Circeo (Roma), vicino alla sua villa.
È stata una e centomila, come fece intendere Gianni Prati su “L’Europeo” (anno XIV, n.8, 23 febbraio 1958):
“Anna Magnani non è una donna: è cento donne insieme, ciascuna delle quali cambia colore come le figurine di un caleidoscopio, ed ora vi appare cordiale, ora segreta, ora selvaggia come i più superficiali sono abituati a dipingerla.”
La nipote, Olivia Magnani, ricorda:
“Ma quale Nannarella, mia nonna era colta e raffinata. Con Totò sfidò i nazisti.”
Si riferiva all’interpretazione dei due – in un terzo capitolo della loro felice collaborazione artistica – in Che ti sei messo in testa?, rivista di Michele Galdieri presentata a Roma nella prima metà del 1944 (al Teatro Valle il 5 febbraio, al Teatro Sala Umberto poi, infine al Teatro Brancaccio), ovvero nel nel periodo di occupazione nazista della capitale.
Ebbene: poco prima della liberazione di Roma, le rappresentazioni di Che ti sei messo in testa? furono sospese: Totò fu costretto a fuggire, avvisato, la sera del 2 maggio 1944, da una telefonata anonima (si dice proprio da un ufficiale tedesco suo estimatore) di un imminente arresto da parte dei Tedeschi, che avrebbero preso anche Eduardo e Peppino De Filippo, che avevano più volte, anche loro, contestato e irriso il regime.
“Totò veste i panni di Mussolini e viene sbeffeggiato dalla Magnani (nei panni di Salomè, ovvero dell’intera Italia) sulle note di Ciccio Formaggio, la popolarissima canzone di Nino Taranto. Strepitosa anche la sua caricatura di Hitler, sul tema di Lili Marleen”. (cit. qui)
Per lei scrisse La rosa tatuata, film un partner d’eccezione come Burt Lancaster) per cui meritò l’attenzione degli Academy Awards e l’Oscar nel 1956. Sarà tra le prime e poche personalità italiane ad avere, allora, la stella sulla Walk of Fame di Hollywood.
Anna, che provava tenerezza per tutti gli animali, era una gattara notturna generosa e stravedeva per i cani:
“Amo le bestie perché non ti fanno male. Ho pianto una settimana quando i russi misero Laika dentro lo Sputnik, pregavo la Madonna perché la salvasse…” .
Anna che amò tanto, e soffrì molto:
Certi giorni mi dico: Anna, stai attenta, questa è la cotta che ti ammazza. Perché, sì, di carattere sono eccessiva, smodata. Non mi so fermare, e ogni volta che amo mi impelago fino ai capelli. Che strazio, poi, uscirne vivi. Scappare.
E’ una cosa tremenda, da urlare. Come rialzarsi dal letto e non avere più sangue. Ma poi si ricomincia ed è meraviglioso. (…)
Ho scelto questo mestiere perché avevo voglia di essere amata, di ricevere tutto l’amore che avevo sempre mendicato”.
“l’elettroencefalogramma era piatto, ma il cuore continuava a battere, perché aveva un cuore da astronauta.”
Già…: quando nel 1961 il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin approdò nello spazio, proclamò:
“Saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti e Anna Magnani”.
Un omaggio più universale di così…!
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