[T4ATF!] Liz Cooper, Julia Bardo, King Woman, Alexa Melo

Un Thanks 4 All The Fish! al femminile, che ci piace sempre tanto.

LIZ COOPER, “Hot Sass” (Sleepyhead Records, 2021)

La voce di Liz Cooper è un tuffo nel passato, e il suo folk-rock viene impreziosito da questo suo tono tra il nasale e l’altezzoso. “Hot Sass” è il nuovo album della statunitense (di Nashville) Liz Cooper, dopo l’esordio “Window Flowers”, uscito nel 2018 come Liz Cooper & The Stampede. Le canzoni sono ispirate, e alle volte – come nella titletrack – sfiorano lo stoner. Brava Liz, che dice: “Il nuovo album parla di me e di quello che ho imparato sulla donna che sono non è sempre carino. Sto ancora somatizzando le nuove canzoni, ci sto ancora pensando. “Hot Sass” è un tassello di quello che stava accadendo nella mia vita. Voglio continuare a fare arte che rappresenti me, i momenti della mia vita e le persone intorno a me.”

JULIA BARDO, “Bauhaus, L’Appartamento” (Witchita, 2021)

Lei è italianissima (Giulia Bonometti), ma si è trasferita da tempo a Manchester e questa è la sua prima prova sulla lunga distanza dopo alcune collaborazioni. La semplicità di un pop acustico-minimale alle volte la fa un po’ troppo da padrone e rende le cose un po’ standard, ma quando la Bardo (che mi sta simpatica anche per la scelta di questo moniker così simile al mio cognome) fa saltare fuori una chitarra elettrica un po’ più distorta, come in “No Feeling”, diventa veramente interessante.

KING WOMAN, “Celestial Blues” (Relapse, 2021)

Altro che celestiale: King Woman è una vera cantante from hell che ipnotizza i suoi riff tra il doom e le reminiscenze Black Sabbath, immersa com’è in atmosfere dark e, alle volte, rallentate.
Kristina Esfandiari bissa l’album d’esordio sotto lo pseudonimo King Woman (“Created in the Image of Suffering”, 2017) in maniera affascinante, anche se alle volte qualche pezzo non convince fino in fondo (“Golgotha”)

ALEXA MELO, “Out for Blood” (2021)

Dopo 3 album, finiamo con un singolo, ma di un’artista in cui credo molto: su Kalporz abbiamo incontrato Alexa Melo per la sua fantastica versione di “Weird Fishes/Arpeggi” nella rubrica “Coverworld”, ma la losangelina ha all’attivo anche una convinta produzione personale che l’aveva fatta notare fino ad oggi per un rock dalle reminiscenze ’90. “Out for Blood” la sposta più sul pop di matrice industriale/triphop che potrebbe portarla maggiormente verso un pubblico generalista, mantenendo però una gran classe (nonostante la copertina sia un po’ “tamarra” per via del serpentello).

(Paolo Bardelli)