“Allways”, il ritorno dei Cave : tra “space e groove”


Esce oggi, 19 ottobre, il nuovo album in studio degli americani Cave : “Allways”.
Il titolo del disco, non un gioco di parole scelto a caso, sembra indicare la via (musicale) intrapresa dalla band di Chicago da un po’ di anni a questa parte : dal precedente “Threace” (2013) l’onda sonora del gruppo attraversa tutti gli scenari possibili e dal kraut – centrismo dei primi lavori si è catapultata in maree psichedeliche, funkeggianti e suggestioni afro.
Le registrazioni avvenute tra USA (Chicago) e Cile segnano un ponte immaginario tra l’underground statunitense e i vecchi, nuovi sviluppi – in odor di sperimentazione e psichedelia – del “sur americano”.
La scrittura del quintetto è sempre più space e orientata a groove magmatici e psichedelici, con una quota Bitchin Bajas sempre maggiore : in formazione non solo Cooper Crain ma anche Rob Frye dal 2012 ad oggi.
Le dilatate (come al solito) trame strumentali fanno giri caotici, dai ritmi motorik all’afrobeat sfumando in bagliori funk-psichedelici : in sei tracce, che in media oscillano tra i cinque e i nove minuti, fluiscono miriadi di visioni sonore, dall’intro space-funk-futuristico di “Dusty” all’approccio quasi library di “ShaSha” (in chiusura di disco).
Idee di suono che spaziano, volano e non mancano mai. Niente di nuovo (forse) ma sviluppato con un spirito fedele alla linea del gruppo, quello della jam band.

(Monica Mazzoli)