CONNIE CONSTANCE, “Boring Connie EP” (AMF, 2017)

Connie Constance è in rampa di lancio per essere probabilmente uno dei nomi più ‘hype’ del prossimo anno 2018. La ragazza originaria della contea dell’Hertfordshire e ora di stanza nell’area Nord-Ovest londinese a soli 21 anni e un contratto in tasca con la AMF Records, l’etichetta della City con la quale è stato pubblicato questo EP di sole tre tracce denominato ‘Boring Connie’.

Dopo una serie di pubblicazioni nel corso degli ultimi due-tre anni, tra cui l’EP ‘In The Grass’ del 2015 registrato con la collaborazione del musicista trip-hop Kwesi Darko aka Blue Daisy e che valse una definizione del suo stile come qualche cosa a metà tra quello di Pete Doherty (!) e il free-style soul di Erykah Badu, ‘Boring Connie’ ci mostra una artista che adesso padroneggia perfettamente l’uso della propria voce e che ha assunto anche una maggiore consapevolezza per quello che riguarda la scrittura dei testi.

La stessa Connie del resto ha dichiarato in prima persona che il titolo dell’EP è dovuto a una specie di sfida contro se stessa, considerandosi lei insicura e in qualche maniera impreparata a tutte le sfide che le si presentano davanti. Un leit-motiv che cerca di trasmettere in qualche modo anche nel video di ‘Let Go’, il brano principale di questo release, e che la vede salire sul ring per un incontro di pugilato.

Dichiaramente ispiratasi a artisti della scena alternative che sono o sono stati determinanti in questi anni come Frank Ocean, Kendrick Lamar, Bonobo oppure King Krule, la musica di Connie può ricordare il minimalismo e la freschezza glaciale di James Blake e la musica di un autore più sofisticato come Jordan Rakei e senza scomodare grandi nomi del passato, in punta di piedi guarda sicuramente tanto a Amy Winehouse quanto a Diana Ross come principali interpreti di riferimento.

Non ci resta a questo punto che ascoltare e riascoltare questa breve nuova anticipazione delle sue capacità, in attesa di potere presto vederla confermarsi o meglio affermarsi su 33 giri.

68/100

(Emiliano D’Aniello)