FOUR TET, “New Energy” (Text Records, 2017)

Più che un ritorno alle origini di Four Tet, “New Energy” è uno sguardo verso nuovi orizzonti.
Un album in cui Kieran Hebden (aka Four Tet) disegna un suono dolce e semplice nelle strutture, meno elaborato di quello che ha fatto la fortuna di lavori come “Pause” (Domino, 2001) e “Rounds” (Domino, 2003); un suono che, certo, ha origine dall’ispirazione di inizio millennio, ma che oggi – dopo un periodo più votato alla cassa in quattro, segnato da uscite come “Ringer” (Domino, 2008), “There is Love in You” (Domino, 2010), “Pink” (Text, 2012) e “Beautiful Rewind” (Text, 2013) – passa attraverso ulteriori trasformazioni.

Quattordici tracce sospese tra atmosfere IDM (“You are Loved”, “LA Trance”), costruzioni techno (“SW9 9SL”, “Planet”), strutture downtempo (“Two Tousand and Seventeen”) e marcette folktroniche (“Lush”). La mano resta inconfondibile nel delizioso utilizzo dei campioni vocali (“Scientists”, “Daughter”), come nella capacità di dare un senso complessivo a un lavoro che attinge un po’ da tutto quanto Hebden abbia assimilato, toccato o anche solo sfiorato negli ultimi 15 anni, fatti di album, collaborazioni e dj set in ogni parte del mondo.

Un disco non immediato, che ha bisogno di essere ascoltato e riascoltato per essere apprezzato nelle sue tante piccole sfumature. Un capitolo intermedio in una fase di passaggio non ancora del tutto compiuta, che vive, a tratti, di forza pulsante e bellezza adolescenziale.
Un lavoro messo sul tavolo da un Kieran Hebden libero da ogni ansia da prestazione e sospeso tra quello che è stato e quello che vuole diventare.

70/100

Tommaso Artioli