Kalporz quindicenne, puntata #3: il 2002

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Il 27 giugno 2015 festeggeremo i nostri primi 15 anni all’Hana-Bi di Marina di Ravenna. Sarà la #Kalporz15 Night. Andiamo alla riscoperta di questi 15 anni: per ogni anno frasi significative di articoli kalporziani significativi. O, quantomeno, che ci piace ripercorrere.

Un lavoro che, strato dopo strato, si rivela e contagia invadendo il silenzio, fino a trasformarlo in una nuova dimensione. (Samantha Colombo, 16.01.2002) – SUBSONICA, Amorematico (Mescal, 2002)

Suoni che poi, per qualche imperscrutabile ragione, suonano semplici e immediati, incredibilmente leggeri. (M & R, 26.02.02) – NOTWIST, Neon Golden (Virgin/City Slang, 2002)

..i Per Grazia Ricevuta (2001/?) portano a termine un album d’esordio nel quale trovano spazio l’India, l’Africa, la Giamaica e tutti quei popoli che esistono nelle nostre menti più che altro come senso di colpa della nostra immeritata onnipotenza mondiale. (Raffaele Meale, 23.04.2002) – P.G.R., Per Grazia Ricevuta (Universal, 2002)

Così, dopo aver ascoltato tutto, si comprende che “Yankee Hotel Foxtrot” è in effetti un grande disco. Per le canzoni di cui è fatto e per nessuna altra ragione. (M & R, 27.05.2002) – WILCO, Yankee Hotel Foxtrot (Nonesuch, 2002)

Sediamoci, chiudiamo gli occhi, e tiriamo un respiro profondo: i Red Hot Chili Peppers di “Blood Sugar Sex Magik” non torneranno mai più. (Matteo Cavallari, 18.07.2002) – RED HOT CHILI PEPPERS, By The Way (Warner, 2002)

Quello che arriva però a sorprendere, perché qualcosa deve sorprendere sempre in ogni disco dei Flaming Lips che si rispetti, è quella partenza così dannatamente pop che mai avresti immaginato. (M & R, 13.08.2002) – THE FLAMING LIPS, Yoshimi Battles The Pink Robots (Warner Bros., 2002)

Dieci anni dopo “Ten”, sono una band serenamente incazzata, che ha ancora la forza di fare un disco rock non solo nei suoni, ma anche e soprattutto nel suo non scendere a compromessi, nella fede utopistica che un urlo o una schitarrarata possano gettare in faccia al mondo le sue storture.
Ci abbiamo creduto in tanti, abbiamo bisogno di crederci ancora.
(perronegro, 28.10.2002) – PEARL JAM, Riot Act (Epic/Sony, 2002)

In definitiva un album da avere a tutti i costi, un piccolo gioiello che è già un classico, un’opera grandiosa che non potete lasciarvi sfuggire, un capolavoro. (Cristian Micheletti, 22.10.2002) – BECK, Sea Change (Geffen/Universal, 2002)

Eppure non si tratta soltanto di epigoni della new wave. Basta proseguire e soffermarsi sull’incedere deciso di “Obstacle 1″, sull’impulsività trascinante di “PDA” o di “Obstacle 2″, sull’enfasi che esce da queste tracce, per rendersi conto che la faccenda è decisamente più complicata. (M & R, 13.11.2002) – INTERPOL, Turn On The Bright Lights (Labels/Virgin, 2002)

La musica è sempre un rock melodico molto anti-melodico. (Raffaele Meale, 08.11.2002) – BUGO, Dal lofai al cisei (Universal, 2002)

È il momento di scrollarsi di dosso un complesso d’inferiorità e un’esterofilia che non ha davvero più ragione di esistere. (Daniele Paletta, 28.11.2002) – Speciale Mei 2002