THE CORIN TUCKER BAND, “1,000 Years” (Kill Rock Stars, 2010)

Non hanno semplicemente abbandonato le scene musicali da cinque anni, le Sleater-Kinney, ma hanno coronato il sogno di ogni musicista, cioè arrivare a concludere la carriera con un disco praticamente perfetto. Per certi versi, difatti, “The Woods” (prodotto appunto nel 2005 da Dave Fridmann) poco si discostava dalla precedente definizione di perfezione. Inevitabile, per cui, avvicinarsi al primo lavoro solista di Corin Tucker (voce e chitarra nelle S-K) e della sua nuova band composta da Sara Lund (Unwound) e Seth Lorinczi (Golden Bears) in modo timoroso e titubante. Bastano però pochi ascolti per spazzare via dubbi e paure, per comprendere che il punto di partenza e di forza di questo disco non è altro che un proseguimento naturale delle esperienze della stessa Tucker. Meno irruenza, quindi, e più spazio ai particolari e alle sfumature che prendono vita attraverso una gamma di strumenti atipici per la musicista quali archi, pianoforti, spazzole e chitarre acustiche. Non per questo, però, vige pacatezza, perché di elettricità ne scorre parecchia , eccome. Basti ascoltare “Doubt”, dove la chitarra sembra impazzita e la voce di Corin è sempre quel pugno nello stomaco che dieci anni fa faceva davvero male. Come Eddie Vedder (grande estimatore del trio femminile rock per eccellenza) pacificato nel suo disco solista/colonna sonora “Into the Wild”, anche qui, la musica alterna ballate intense “Miles Away”, ritmiche mistiche in punta di piedi “Half a World Away”, archi che si sporcano nella polvere del deserto “Dragon” e canzoni rock che ne raccolgono l’essenza in soli tre minuti “Riley”. Un nuovo corso è iniziato, rasentatene la strada e rimarrete abbagliati dal sole, lo stesso che brillava nei floridi anni 90.

(Nicola Guerra)

Collegamenti su Kalporz:
Sleater-Kinney – The Woods
Eddie Vedder – Into The Wild

20 ottobre 2010

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