BOCHUM WELT, R.O.B. (Robotic Operating Buddy) (Rephlex / Goodfellas, 2008)

La Rephlex suona così. Lasciare scorrere le tracce di “‘R.O.B.’ (Robotic Operating Buddy)” è come immergersi nel momento della piena fioritura braindance, come sentirne gli odori, come (ri)scoprirla. Incredibilmente lontano dal suonare datato, il lavoro di Gianluigi Di Costanzo apre squarci di quiete in un cielo che sembrava coperto. E’ semplicemente bellissimo attingere piacere da quei suoni che rammentano l’indelebile e classico stile dell’etichetta di Richard D. James, l’aprirsi all’ascolto di composizioni scaturite dalla freddezza delle macchine e capaci di consolare. Non c’è niente di ostico, di difficile, appare solo il lato buono di quella IDM; perché ritmi e tappeti sonori sono sovrapposti con eleganza, perché le solite staffilate partono sempre al momento giusto, perché c’è equilibrio, un equilibrio che governa tanto il nuovo (cd 1, “new tracks and unreleased mixes”) quanto il materiale già in catalogo (cd 2, “rare Rephlex back catalogue plus versions”).

Il primo disco alterna grandinate elettroniche (“Flag”, “Robotic Operating Buddy”, “Family Computer Robot”), gravi tumulti sotterranei (“Test Mode”), immancabili inni da dance floor cerebrale (“Saint”, “Gyromite”, “Fcs”), melodie leggere (“DR2D”) e sereni orizzonti aphexiani (“8221SB”).

Il secondo disco, come detto, pesca nel catalogo offrendo contenuti di vecchi lavori qui riproposti per intero (“Module2” del 1996) e singole tracce già incluse nelle raccolte Rephlex “The Braindance Coincidence” del 2001 e “Rephlexions! An Album of Braindance!” del 2003. E’ un susseguirsi di chicche come “Arnos Park”, l’eterea “Feelings on a Screen”, una versione live di “Asteroids Over Berlin” e tanti altri pezzi preziosi fino ad oggi sparsi in numerose uscite.

“R.O.B.” è un tuffo nel cuore dell’identità estetica di un’etichetta fondamentale per il suono IDM, capace di occupare costantemente quella zona di confine tra ambient, techno e ritmi spezzati, acquisendo dall’intersezione di tante influenze la propria riconoscibile singolarità. “R.O.B.”, per questo, suona classico e meravigliosamente integralista.

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