PIXIES, Surfer Rosa/Come On Pilgrim (4AD, 1987)

Agli inizi del 1987, un ragazzone grasso e con pochi capelli, dalla voce squillante e ironica, mette su in quattro e quattr’otto un gruppo rock composto da due chitarre – una, la sua, sempre alla ricerca di rumore – un basso e una batteria. Compone rapidamente otto brani e li porta alla 4AD. Pochi mesi dopo i Pixies sono uno dei gruppi più famosi nell’ambiente del rock indipendente.

All’inizio usciti separati “Come On Pilgrim”, il demo con otto brani, e “Surfer Rosa”, il seguente album con altri quattordici pezzi, vengono subito riuniti dalla 4AD in un unico cd. E il risultato è incredibile. Strano miscuglio di durezze punk e dolci melodie pop, i Pixies sono un gruppo a tratti veramente indecifrabile. Se l’inizio di “Surfer Rosa” è da brividi, con “Bone Machine”, “Break My Body”, “Something Against You” e “Broken Face” messe in bella sequenza, sorprende l’attacco di “Gigantic”, cantata da Kim Deal, la bassista, ballata pop della miglior specie. Per non parlare dell’ormai celeberrima “Where Is My Mind?”, brano psichedelico dal testo surreale, lungo soprattutto per la media delle canzoni dei Pixies, spesso racchiuse nei due minuti e mezzo, o delle spagnoleggianti “Oh My Golly!”, “Vamos” (di cui esistono due versioni, una più delirante dell’altra) e “Isla de Encanta”.

Ma a sorprendere sono anche le canzoni meno veloci, le più riflessive, le più dolenti, come la splendida “Caribou” e la conclusiva “Levitate Me”. Per non parlare delle così dette interazioni, come quella sul brano 11, una lunga chiacchierata fra Black Francis (il cantante) e Kim Deal, o quella che precede l’attacco di “I’m Amazed” con Black Francis che non riesce a trattenere le risate durante un monologo della bassista.

I Pixies partono alla grande e lanciano subito i germi di una musica innovativa che sarà ripresa da moltissimi gruppi, primi fra tutti i Nirvana, gli Smashing Pumpkins e gli Husker Du. Un miscuglio di cattiveria e delicatezza pop che non può non spiazzare. Anche oggi, soprattutto oggi.

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