MISTA E SHOCCA, Colpi in aria (Vibra, 2000)

La scena di Treviso, un mc e un dj. Niente di serio, nel senso buono del termine. Nel senso che c’è voglia di festa, di caos, di urla. Già l’ep dà libertà in più rispetto al disco normale, ma qui pare si tratti di inclinazione naturale. Qualche traccia tirata via, qualche skit da dimenticare, il tutto non proprio professionale. E’ un ep, glieli si perdona volentieri. E comunque l’impressione è che la compostezza non sia contemplata fra le regole di musica dei Nostri.
“Colpi in aria” è un disco di buon rap. Una classcia prima uscita, con molti pregi. Il più grosso è che non si è voluto strafare. Mista al mic e Shocca ai piatti provengono dalle jam. O dall’underground, se preferite. Fatto sta che le tracce proprio di questo sanno. Di jam. Il divertimento e l’energia su tutto. Il sarcasmo e l’acredine sono abbaiate più che rappate, su basi che rimbombano più che suonare. Fa parte del gioco, e “Colpi in aria” proviene da lì. Non si è fatto finta di mixare come Dr Dre. Ciò non toglie che le basi siano ben curate. Piacevoli, al servizio e a completamento dell’mc. E l’mc ha prodotto i soliti testi sul rap, sulle battle da palco, sull’essere hip hop, o sucker, su quanto il mondo sia infestato di gente pronta a pugnalarti. Niente di che, solita sbobba. Ma è questo che si fa in jam, e questo doveva essere fatto qua. Per il messaggio, per la crescita dell’hip hop, si attendano altre prove.

Per ora a crescere devono essere proprio loro, Mista e Shocca. Perché qui va bene qualche verso un po’ banale, o qualche beat sballato. Va bene persino una ghost track inascoltabile. Va bene che Mista incroci il microfono con Jack Siciliano. I due si somigliano, ma forse si poteva far senza… Vanno bene tutte queste cose, perché la merce rara di “Colpi in aria” è la freschezza. Vi si possono cogliere gemme limpidissime, magari circondate da versi inascoltabili. Questo è il prezzo. Per godersi il talento umoristico di Mista, il beat enfio di bassi di Shocca, bisogna prepararsi alla jam. E così apprezzare la traccia che non ti aspetti, “la città è nostra”. O la parodia demenziale del pop nostrano, con “Luciana”. Esilarante, vibrante. Imperfetto ma vivo. Urge l’ascolto e vale l’acquisto.

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