BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, Darwin (Ricordi, 1972)

Nei primi anni ’70 Darwin e la teoria dell’evoluzione non erano ancora entrati completamente nel bagaglio generale della cultura di massa: nei libri di scienze delle scuole erano relegati in poche righe. Nel suo piccolo e forse senza volerlo, il Banco ha fatto opera di divulgazione: non pochi adolescenti di quegli anni si sono cominciati ad interessare di biologia dopo l’ascolto di quel disco. E sì che qui l’evoluzione della vita è usata come una metafora per far riflettere sull’uomo, la sua storia, le sue debolezze, la voglia di fuggire e però anche di socializzare, l’amore irragiungibile, il senso del tempo che corre e così via. Però c’è una cosa: in nessun disco del Banco come questo c’è una musica tanto colorata e immaginifica: la ricchezza di timbri, di ritmi, di variazioni melodiche, di invenzioni armoniche, la straordinaria vitalità della voce di Di Giacomo fanno di questo disco una sorta di cartone animato acustico. Questa cosa è successa perché nei primi anni ’70 c’era grande creatività in quei giovanotti e i mezzi non erano certo quelli di adesso: si cominciava a vedere un po’ di elettronica, ma i timbri e l’anima la dovevi tirare fuori con le mani e con il corpo. Il consiglio è quello di mettersi una bella cuffia, rilassarsi e farsi prendere da questo vortice di idee musicali.
Sembra di vederli gli “informi esseri che il mare vomita sospinti a cumuli su spiagge putride” così come si riesce a sentire l’urlo che “rintrona e sale fino ai vulcani” dell’uomo che, conquistata la posizione eretta, inizia a guardare al di là del proprio naso. Il disco è un vero “album concept”, ma non come tanti polpettoni italo-inglesi che giravano nell’epoca: qui l’idea è forte, c’è ed è fatta di emozioni musicali. E’ difficile indicare un brano migliore degli altri, ma forse la cosa più geniale è “Cento mani e cento occhi”: quei pochi minuti dell’incredibile ritmo in 5/4 con cui inizia il brano valgono migliaia di ore di suoni campionati con le diaboliche attrezzature dei musicisti del 2000.

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