Nils Petter Molvaer è un trombettista nordico innamorato del “caldo” sound di Miles Davis. Questo disco ha lanciato Molvaer a livello mondiale, facendo conoscere la sua sua morbida e suadente tromba. La partenza è dunque lo storico “Bitches Brew” di Davis: il più classico dei classici per chi voglia fare jazz elettrico. “Khmer” però va oltre, proponendo un elettrificazione spinta molto avanti, con profusione di campionamenti e trattamenti vari del suono. Tutto questo da fastidio? Direi proprio di no, anche solo per il curioso contrasto che si viene a creare fra questa generale “digitalizzazione” ed il limpido timbro della tromba di Molvaer (il quale peraltro suona anche chitarra, basso, percussioni e tastiere). Le composizioni, poi, sono sicuramente efficaci: qualche intransigente potrebbe far notare che, in certi piccoli punti, sembra quasi di ascoltare della techno, ma alla fine c’è sempre una certa raffinatezza di fondo che emerge. Come nell’iniziale “Tlon”, o nella vertiginosa “Access/Song of Sand I” dal ritmo sempre più indiavolato. Bella e grintosa (con una parte centrale degna del migliore Davis “funky”) è anche “Platonic Years”. “Khmer” è dunque un disco consigliabile a tutti, amanti del rock o fanatici del jazz che dir si voglia.
Una nota a margine: ho sempre esaltato la qualità sonora dei dischi ECM e, anche stavolta, mi devo ripetere. Occhio al volume e non “smanettate” con i bassi: la gamma bassa di questo cd è semplicemente poderosa e straordinariamente definita. Non merita di essere rovinata dai controlli di tono.
La pellicola si concentrerà sui primi anni di carriera del cantautore statunitense
Arancioni Meccanici, 7 ispirazioni tra Funk, psych e (vapor)wave
Waxahatchee alla Maroquinerie di Parigi: quando country, folk e rock si incontrano
“Niente specchi in camerino”, la storia delle canzoni potenti, laceranti, oneste di Chris Cornell
Gli articoli di Kalporz sono disponibili con licenza Creative Commons CC BY-NC-ND 3.0 IT