CSS, “La Liberacion” (V2/Cooperative Music, 2011)

Per la serie Matricole/Meteore, ladies & gentlemen: CSS! Alfieri di un synth pop furbetto che spopolò nello spazio di settimane cinque anni fa, l’ensemble brasiliano torna a far parlare di sé dopo un secondo disco (“Donkey”) passato invece quasi completamente sotto silenzio nel 2008. E, a giudicare da questo nuovo album, pare proprio che le possibilità di riprendersi lo stesso spazio mediatico appaiano più che difficilmente realizzabili.

Lovefoxx e soci si cimentano con gli stilemi classici del pop degli esordi, cercando di variare la scaletta per non girare in loop attorno alle stesse soluzioni: date le premesse si viaggia in un ascolto tutto sommato piacevole, che ben si coniuga con il mood estivo. Il problema, oltre a una produzione scarsamente ispirata, sono i pezzi: se lo standard è accettabile, il rovescio della medaglia è altrettanto la stessa mancanza di picchi in grado di dare brillantezza a un lavoro onesto ma globalmente poco appetibile. Non si distinguono quelli che dovrebbero fungere da traino rispetto ai classici riempitivi che, per gruppi come i CSS, sono per forza di cose un passaggio da mettere in conto. La band lascia diverse porte aperte salvo dimenticarsi di chiuderle. C’è qualche schitarrata (“Fuck Everything” e la title track), c’è il bubblegum (“Echo of Love”), c’è perfino un Bobby Gillespie versione retro pop (“Hits Me Like A Rock”) – a restituire la collaborazione dopo la comparsata di Lovefoxx su “Beautiful Future” – e ci sono gli ammiccamenti alla pista da ballo in salsa sudamericana (“City Girl”). Mancano, come detto, gli elementi standing out rispetto a una base che graffia davvero poco.

Se si considerano i singoli che li hanno lanciati, personalmente mai recepiti per via di quell’attitudine paracula e scanzonata che veniva presto a noia – ma che commercialmente sortirono invece l’effetto opposto – per i CSS del 2011 la formula magica sembra ben lontana dall’essere ritrovata. Nonostante ci provino, l’impressione che il treno sia giunto all’ultima stazione è più che mai forte.

45/100

(Daniele Boselli)

29 agosto 2011

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