Due ottimi debutti e altrettante conferme, per questo giro di segnalazioni discografiche per release uscite nel primo mese dell’anno, in un modo o nell’altro quasi tutte collegate all’Inghilterra. Tra sonorità dancefloor, noise e hip hop, quattro dischi con cui tenersi aggiornati sul presente.
Pan Daijing dopo il magistrale “Jade” uscito lo scorso anno torna a pubblicare nuova musica, anche se si può parlare di ‘nuovo’ fino a un certo punto. “Tissues” è la registrazione di una live performance tenutasi nell’autunno del 2019 alla Tate Modern. Oltre alle trame elettroniche di Pan Daijing, è presente anche un trio di voci (soprano, mezzo soprano, contralto) a rendere il sound di “Tissues” più arioso e organico.
Esattamente come recitano le note del disco, un ottimo lavoro “d’archivio” per testimoniare il lavoro di una delle protagoniste più interessanti di questa stagione di musica elettronica, pur a distanza di pi di due anni dalla sua originale esecuzione.
Tra gli artisti più prolifici degli scorsi anni merita sicuramente uno spazio Angel-Ho. Artista proveniente da quello splendido calderone che è stato NON Worldwide, con questo EP completamente autoprodotto (dalla produzione al mix e master fino agli artwork) Angel-Ho fonde afro-beat, ritmi centramericani, hip hop e r’n’b.
Un nome e un sound da tenere d’occhio, almeno fino all’uscita del suo prossimo LP.
Direttamente da Manchester, sede di tanti dei progetti più entusiasmanti degli ultimi tempi (aya, Space Afrika, Slikback, Emily Glass e altri), arriva Iceboy Violet. “The Vanity Project” è il suo mixtape di debutto, che la vede lavorare insieme proprio a tanti dei protagonisti dell’elettronica inglese proponendo uno stile hip hop scuro, senza filtri e con molta personalità.
Tra i probabili dischi del mese, una graditissima sorpresa che speriamo si sappia confermare in futuro evolvendo il suo stile.
Il 2022 comincia bene anche in casa Ilian Tape. La prima release dell’anno è affidata a re:ni e il suo 12” “Revenge Body”, 4 tracce che in puro stile Ilian Tape esplorano i territori a margine tra il dancefloor e l’elettronica d’ascolto.
Ottima uscita per la producer e dj inglese, qui al suo debutto, a cui si può recriminare soltanto il fatto che l’ascolto duri troppo poco. Detto ciò, se si considera la varietà di stili e di mood che re:ni riesce ad attraversare in questi 18 minuti, possiamo solo dire che questa è la tehno che ci piace e ci fomenta. Ne voglio ancora.
(Matteo Mannocci)