La Top 7 della settimana (#36, 2021)

La nostalgia è il motore della musica. Oddio, forse così è troppo. Diciamo che la nostalgia è un ingrediente di spicco di gran parte della musica che ascolto. E diciamo anche che se c’è un momento dell’anno che si presta a identificarsi con quel sentimento ibrido fatto di perdita di qualcosa che non-è-ancora-perso-ma-è-questione-di-minuti, ecco, il momento è adesso. Che poi, perdita di cosa, in fondo? Di un’estate precaria e visibilmente incerottata ma che a riguardarla ora sembra già una specie di capolavoro. Insomma, sono o non sono questi i giorni più insopportabilmente belli dell’anno?

7. Film School per partire.

Entro questo mese arriva il nuovo album per una piccola grande  band che ha fatto tanti cambi di line-up e di traiettoria. Dopo una lunga pausa tra il buon “Fission” (2011, disco già di cambiamento) e la successiva incarnazione del gruppo (dal 2016 circa) oggi i Film School viaggiano su sentieri dreamy, chitarrosi e riverberatamente pop.  E la recente “Superperfection” è più adatta ad aprire la Top 7 rispetto alla freschissima “Stratospheric Tendencies”, ecco.

6. Eddie Vedder fra le montagne.

Il buon Vedder torna a quell’assetto solista che da un po’ pare la cosa che lo soddisfa di più. Oddio, già l’ultimo lavoro nei Pearl Jam sembrava un album solista in un buon 40% della sua durata. Di “Long Way” è belloccia la strofa, poi con il ritornello la faccenda si annacqua un po’ ma non così tanto da squalificare il tutto.

5. Anderson .Paak e le arti marziali.

Tra un singolo e l’altro del progetto Silk Sonic (con Bruno Mars) esce questa “Fire In The Sky” per la colonna sonora di Shang-Chi, della Marvel. Ci sono le sonorità soul contemporanee che di per sé non ti fanno venire in mente un film con le mosse di Bruce Lee. La presenza di Anderson .Paak, però, è motivata anche dal fatto che la soundtrack è fatta da artisti accomunati da una qualche discendenza orientale.

4. Gli Spectres e questo solicino.

Lo scrivevo all’inizio: che razza di settembre è senza una neworderata?  Senza una canzone che saltella sul filo della nostalgia, tra il solicino ancora vivo e il baratro mortifero dell’autunno? Ci pensano gli Spectres dal Canada. Questa è “Tell Me” dall’album di prossima pubblicazione che si chiamerà “Hindsight”. Il precedente lavoro (2020) s’intitolava “Nostalgia”, così.

3. Little Simz in grande.

Tra le megauscite prolisse di Kanye e Drake si è messa in mezzo Little Simz con un disco corposo, sfaccettato e battagliero (“Sometimes I Might Be Introvert”). Album che in una settimana abbiamo potuto digerire meglio (anche perché si son calmate le acque agitate dai due qui sopra). Qui c’è il video di “Point And Kill” con Obongjayar.

2. Jolly Mare e un disco da applausi.

Mi era capitato di scrivere che la strada retrocontemporanea di vero spessore qui da noi la stesse tracciando gente come Bruno Belissimo, i Nu Guinea (allora si scriveva così) e Jolly Mare. Ecco, di Jolly Mare esce oggi l’album “Epsilon” e questa “Vivo” (singolo che lo aveva anticipato) ha così tanta storia e così tante storie dentro che poi non te ne distacchi più.

1. I Radiohead e quel disco doppio mancato.

Siamo a parlare di nostalgia dolce e allora infiliamoci in un imbuto che si chiama “If You Say The World”. Farà parte del CD di inediti/alternates nel progetto di reissue di “Kid A” e “Amnesiac” insieme. Così, giusto per sentirsi come in quel settembre di ventun anni fa, quando tra Audiogalaxy e vecchi blog si cercava di capire se questa cosa dei Radiohead tanto attesa fosse azzardata o solo bellissima.