Olafur Arnalds & Nanna Bryndís Hilmarsdóttir
Ogni volta che incontro la mia “amica di concerto” Marilù finiamo sempre per parlare di Islanda.
Di musica ovviamente e di quanto abbia dato e ancora dà un’isola di 350 mila abitanti.
Partendo dal nostro smodato amore per i Sigur Ros & Jonsi e di quanto abbiano perso in fantasia dopo la dipartita del polistrumentista Kjartan Sveinsson arriviamo a dirci di quanto ci piacevano le Amiina, ottime per leggere e rilassarsi. Poi c’è Olafur, sì Olafur Arnalds, sia nella versione new classical che nella declinazione (più a lei che a me) in tecno duo Kiasmos, che lei, invidia massima, è riuscita a vedere a Parma anni fa con tanto di foto assieme.
No non riusciamo a metterci d’accordo se poi gli Of monsters and men siano davvero imprescindibili, di sicuro molto internazionali e se non fosse che Nanna Bryndís Hilmarsdóttir, la cantante ha fatto uno dei più bei brani delle “Island Songs” di Olafur, insomma non è che siano proprio in cima alle nostre preferenze.
Lo è invece Emiliana Torrini, sempre bella, ora che è mamma ancora di più, vista l’ultima volta con la Colorist Orchestra è sempre un piacere.
Menzione speciale per i Seabear, che fanno indie-folk, che come gli OMAM non hanno particolari riferimenti al posto da cui provengono, ma quanto era bello ascoltarli (ultimo lavoro “We Built a Fire” risale ormai al 2010), nel 2019 sembrava dovessero ritornare e chissà…
Poi ci sono stati i Mùm, pop leggero ma senza segni particolari o i Samaris, tra il synth e l’etereo giusto qualcosa.
Di Bjork non parliamo mai, non so perchè forse ormai fa cose talmente estreme e rarefatte che non capita, chiederò.
múm
Dell’ultima generazione che dire? Gli Hatari? Improponibili da quanto sono kitch e con un suono che no non interessa così come dei gruppi troppo estermi come i Sólstafir.
Poi basta sapere che ora ci abita Damon Albarn e che John Grant ci ha composto “Pale Green Ghosts” per capire che qualcosa di magico c’è ed essendoci stato due volte (Marilù una sola hihihi) lo posso garantire.
Damon Albarn @Reykjavik
Qui sotto una compilation, non esaustiva ovviamente, sperando di incuriosire a scoprire un po’ di meritevole musica dalla terra di ghiaccio e fuoco.
(Raffaele Concollato)