Alla scoperta dello Studio Murena, tra jazz-funk, hip hop, post-bop

Studio Murena compone l’immagine della realtà contemporanea dal nascondiglio del mezzanino, mentre itunnel della metropolitana si muovono attraverso le persone come proiettili. Osservando il passato, da un lato, anticipando il futuro dall’altro, si cade nel presente… Le macchine, soffrono, ah!”.

Ha presentato così il nuovo LP uscito a febbraio su Costello’s Records / The Orchard il visionario e talentuoso collettivo milanese Studio Murena fondato nel 2018 da Amedeo Nan(chitarra elettrica), Maurizio Gazzola (basso elettrico), Matteo Castiglioni (tastiere e synth), Marco Falcon(batteria) e Giovanni Ferrazzi (elettronica, sampler). Dopo aver pubblicato il suo primo lavoro, “Crunchy Bites”, il gruppo ha da subito la possibilità di esibirsi su grandi palchi quali JazzMI, MusicalZOO e Jazz On TheRoad.

Successivamente, l’idea si orienta verso sonorità più scure includendo nella sua formazione l’MC Carmache caratterizza il progetto con strofe rap di intenzione conscious ed impegnata.Nel corso dell’ultimo anno, il gruppo ha ottenuto numerose gratificazioni tra cui: il primo posto al Pending LipsFestival e alla JamForTheFuture organizzata da JazzMi concretizzando, poi, la possibilità di condividerepalchi importanti con artisti di spessore quali The Comet Is Coming, Davide Shorty & Funk Shui Project, Inoki e altri.

Per noi lo Studio Morena si racconta a partire da 7 ispirazioni fondamentali per il suo percorso artistico.

Flying Lotus (feat. Herbie Hancock and Kamasi Washington) – “Moment of Hesitation”
Il grande Herbie Hancock appare in due brani di “You’re Dead”; e così pure Kamasi Washington partecipa con due feat. a quello che è uno dei nostri album preferiti di FlyLo, in questo pezzo in particolare si viene a creare un assurdo trio di Maestri che dal primo ascolto ci ha stupito e tutt’ora ci stupisce ancora e fa godere parecchio. Difficile dare una forma al brano, è una vertigine di suono in cui FlyLo si amalgama benissimo col sax di Kamasi e le svolazzate al piano di Herbie, creando un crescendo caotico con altissimi momenti di lucidità, quasi un amplesso che si strozza sul più bello, facendoci sognare come sarebbe un possibile album intero di FlyLo con Herbie Hancock e Kamasi Washington.

Koma Saxo – “Kali Koma”

Koma Saxo è un progetto estremamente interessante ideato e prodotto dal visionario bassista-produttore Svedese di sede a Berlino Petter Eldh. La formazione riunisce cinque nomi heavy jazz sull’asse Berlino-Nordici, tra cui Eldh al basso, Christian Lillinger alla batteria e tre sassofonisti molto versatili: Otis Sandsjö, Jonas Kullhammar e Mikko Innanen.
La visione di Eldh per il suono Koma Saxo è un passo avanti rispetto a come potrebbe suonare il jazz avantgarde che tutto noi conosciamo, coinvolgendo un lavoro di post-produzione che ricampiona le registrazione effettuate sia dal vivo al festival We Jazz di Helsinki, sia i in studio , ponendoli nel disco fianco a fianco, Eldh va in profondità e plasma nuove composizioni a partire da questi materiali grezzi.

Kendrick Lamar – “For Free?”
Questo intermezzo del disco ‘To pimp a butterfly’ è uno dei nostri brani jazzrap preferiti di sempre, Kendrick canta su una ritmica jazz double swing estremamente energica con un accompagnamento di Robert Glasper da urlo!

Machinedrum – “Infinite Us”
Una spirale.
Brano pieno di dinamismo, continuità ciclica di sviluppo ed espansione.
La progressione armonica del pianoforte è l’inizio di una serie di elementi che si sovrappongono e arricchiscono il brano, una serie di giri concentrici progressivamente maggiori, come in una spirale.
Fa parte dell’album “Vapor City”, ogni brano rappresenta un quartiere di una città immaginaria creata dal compositore.
Consiglio ascolto complessivo dell’album.

Madvillain – “Meat Grinder”
Se vuoi un esempio di tecnica narrativa e flow rotondo, questo è il tuo brano. Il rotolìo pieno di incastri e riferimenti di Mf Doom avvolge in modo assurdo una strumentale potentissima di Madlib. Top crema from 2004 till infinite (rip MF DOOMA).

Bad Bad Not Good – “Can’t Leave The Night”
Con questo brano, pescato quasi randomicamente nella loro ricca ed ispirante musicografia, ci hanno fatto capire quanto, durante la composizione, sia importante la sintesi prima di tutto, il minimalismo di elementi finemente ragionati, rispetto ad una troppo diffusa arida complessità. E’ da sempre il loro marchio di fabbrica, e ha permesso loro di fondere intelligentemente generi a prima vista distanti: jazz, rock, prog-wave, hiphop, idm. Questo pezzo ne è l’esempio più lampante.

Yussef Kamaal – “Strings Of Light”
Ritmo, melodia, improvvisazione, interplay, ascolto reciproco, suono fresco, in questo brano (e progetto in generale) si possono trovare tutte queste qualità che reputiamo fondamentali anche per le nostre composizioni. Yussef Dayes alla batteria e Kamaal Williams alle tastiere sono ormai due pesi massimi di questa nuova ondata di Jazz inglese e fanno parte dei nostri ascolti e punti di riferimento fissi.