La Top 7 della settimana (#6, 2021)

7. Are You Real? rilegge “Mad World” in onore di Donnie Darko

In questi giorni si è festeggiato i 20 anni di “Donnie Darko”, che in effetti è del 2001 anche se per tutti i comuni mortali è un film del 2004 (visto che nel 2001 fu presentato al Sundance e poi non uscì a causa della sovrapposizione temporale con la tragedia delle Twin Towers e i fatti del film che ineriscono a un incidente aereo), tutti lo vedemmo nel 2004 quindi – per favore – aspettiamo ancora 3 anni per il ventennale.
Comunque.
Are You Real?, musicista veneziano già nostra conoscenza, in collaborazione con About Blank, si è dedicato al rifacimento di “Mad World”, il capolavoro dei Tears For Fears che è rimasto nell’immaginario odierno ancora di più per la versione di Michael Andrews feat. Gary Jules contenuta appunto in “Donnie Darko”.
Il risultato è ottimo, fatto di battiti cardiaci e soffici bit.

6. Chi si ricorda dei Fratellis alzi un braccio!

Cavolo, i Fratellis! Erano almeno 15 anni che non li riascoltavo, probabilmente dal loro primo album da cui era tratta la iperfamosa “Chelsea Dagger”. Nel frattempo hanno fatto altri 4 album però, oh, non li ho mai seguiti più di tanto.
Bene, “Need A Little Love” è un gran pezzo e ha una gran classe pop, un po’ alla maniera dei Last Shadow Puppets.

5. I Pale Waves e i brufoli

Sanno di cameretta e di cuscini abbracciati pensando all’amata, i Pale Waves. Per chi non è più adolescente strappano un sorriso di nostalgia, le melodie sono pure orecchiabili.

4. Sharon Van Etten è soave come sempre

Sharon Van Etten aveva contributo, due anni fa, alla colonna sonora di un documentario chiamato “Made In Boise” con una canzone chiamata “On Your Way Now”. La versione completa non era mai stata disponibile fino ad ora. La canzone è stata scritta da Mark McAdam ed eseguita da Van Etten.
Sempre soave.

3. Altro che Bruce… riecco Grant-Lee Phillips

E prima tutti a criticare Bruce Springsteen perché ha fatto uno spot televisivo, che neanche fossimo nel ’68 e non fossero trascorsi 30 anni da quando i Clash diedero “Should I Stay Should I Go” alla Levis facendo capire che, dopo la caduta delle ideologie, si faceva un po’ la figura dei Don Chisciotte a indignarsi per l’utilizzo del rock nelle pubblicità. E poi tutti a dare addosso al povero Bruce perché aveva 0,02 di alcool etilico, praticamente una birretta o forse anche solo uno sciroppo per la tosse alcolico. Che poi a me Bruce Springsteen non è mai piaciuto, io preferisco Grant-Lee Phillips.

2. I Django Django entrano negli anni Venti

È un album che aspettavo moltissimo: non avrei mai detto che i Django Django ce l’avrebbero fatta a uscire indenni dagli anni Dieci, non so, mi sembravano dei beautiful losers che sarebbero scoppiati, prima o poi. E invece sono tra i gruppi più indomiti che sono riusciti a scavallare il decennio. Non so ancora se questo “Glowing In The Dark” sarà all’altezza del loro nome, ma il singolo “Spirals” spaccava… quindi…

1. Ci ha lasciato Chick Corea, viva Chick Corea!

Musicisti come Chick Corea sono patrimonio dell’umanità, tipo la Gioconda, le Piramidi d’Egitto… La sua morte dunque ci rende tristi ma anche irrimediabilmente coscienti della bellezza di quello che ci ha lasciato in eredità il magnifico tastierista e pianista.
Per esempio, possiamo riascoltarci subito “In A Silent Way” di Miles Davis, che anche Chick Corea ha reso così speciale.
Buon viaggio, genio.