PATRICIA KOKETT, “Bizarr” (Knekelhuis Record, 2020)

Si può uscire, non si può uscire, valicare i confini, un metro di distanza.

Percezioni più che reali distanze.

Tutto ciò ha fuso il nostro cervello, convincendoci nuovamente che spostarsi è un atto fisico.

La mente è stata dimenticata, accantonata, atrofizzata.

Ho continuato ad annaffiare il mio gelatinoso budino che dimora nella scatola cranica.

Sono fioriti pensieri che mi hanno rallegrato nonché migliorato.

Sono stato sull’isola di Phuket, in Thailandia, all’annuale festival dei Nove Imperatori, ospite di Patricia Kokett.

Un viaggio pazzesco, a costo (quasi) zero. Giusto i soldi per un padellone vinilico per poter assaporare e visionare meglio i disegni di Tetsunori Awaraya.

Slowmotion techno trance; questo è “Bizzar”, immersione totale nei riti di una comunità Thai che mirano a restituire salute e saggezza attraverso una trasposizione sonora.

Catarsi e trascendenza.

Qui c’è ancora chi parla di metri come fossero reali.

Viaggiate con la mente, per non distanziavi dai sogni.

75/100

(Nicola Guerra)