ANDY SHAUF, “The Neon Skyline” (ANTI-Records, 2020)

In un periodo storico di singoli, di playlist, di streaming digitale il canadese Andy Shauf è radicale nella sua artigianalità classica: si scrive, produce, arrangia da solo la propria musica, concepita quasi sempre come parte di un discorso narrativo mai frammentario ma unitario: Shauf mette al centro l’idea dell’album come concept: “The Neon Skyline” (2020), come il precedente “The Party” (2016), è una raccolta di brani accomunati da una chiara visione sonora e autoriale: scrittura che parte sempre dalla chitarra (questa volta – e non dal piano), per poi arricchirsi con arrangiamenti sempre delicati, dolci, arricchiti da sax, flauto.
Al centro, come sempre, ci sono le canzoni che raccontano storie. Tra finzione e realtà autobiografica: “comincio sempre a scrivere cose che penso siano abbastanza lontane dalla vita reale. Ma poi a uno sguardo più attento è abbastanza ovvio che sto scrivendo di me”, racconta Shauf ad Apple Music.
Lo “Skyline” del titolo è, di fatto, il nome di un bar che esiste realmente. Luogo vero, sì, ma sublimato dalla scrittura quasi cinematografica dei testi: diventa l’ambientazione notturna di incontri, dialoghi che girano attorno all’amore, quello ormai finito (ma non del tutto, forse) per la ex dell’io narrante – “Judy”- che ritorna in città.
È quasi letteraria la caratterizzazione dei personaggi, protagonisti della narrazione: l’”accento britannico” di Judy (l’ex); la capacità della barista Rose di accontentare il proprio cliente senza proferire parola (“Rose sa sempre esattamente di cosa ho bisogno/Non ha chiesto, ha solo aperto una lattina fredda e l’ha messa davanti a me”); il legame amicale di Charlie con l’io narrante. E la riflessione dei due compagni di bevuta su reincarnazione, vita e morte (“Charlie mi chiede se credo nella reincarnazione/Io dico: “No, ma ti prego, vai avanti”/Dice: “Stavo leggendo di questi ragazzi/hanno tipo due anni, ricordano le loro vite passate/Ti immagini se quello fosse tuo figlio?””); il piccolo dramma genitoriale di Claire, conoscente di Charlie e dell’io narrante (“oggi mio figlio è tornato a casa da scuola/E aveva fatto un disegno/Ma ero così stanca per il lavoro/Gli ho detto che avrei dato un’occhiata tra poco/Avrei dovuto appenderlo al frigorifero per lui/Voglio dire, quanto è difficile fregarsene?/Fregarsene?/Fregarsene?” ”).
“The Neon Skyline” è un disco da songwriter racconta-storie con una potenza descrittiva che oramai sembra quasi scomparsa nell’approccio alla scrittura degli autori contemporanei.

72/100

(Monica Mazzoli)