C+C=Maxigross, 7 opere che hanno ispirato “Deserto”


Ci saranno ancora tre occasioni per seguire dal vivo i C+C=Maxigross, nel tour di “Deserto” (sabato 15 febbraio all’Officina Meca di Ferrara, mercoledì 19 febbraio al Diagonal Loft Club di Forlì e infine giovedì 27 febbraio per AnimarteVenezia a Mestre), primo LP in italiano del collettivo psych-folk veronese. Prodotto da Miles Cooper Seaton (Akron/Family), registrato da Marco Giudici (Any Other, halfalib) e masterizzato da Doug Henderson (Antony and the Johnsons, Swans), il disco è arrivato a quattro anni dall’ultimo album in inglese “Fluttarn” (Trovarobato, novembre 2015) che li ha portati in giro per l’Europa e nella line up ufficiale del Primavera Sound 2016 (come prima band italiana), arriva alla fine di un percorso tortuoso, un labirinto musicale ed esistenziale alla risoluzione del quale il collettivo veronese ha lavorato negli ultimi due anni, e del quale questo disco è indizio essenziale, ma non unico.

Ci è stato richiesto di indicare i sette brani che hanno ispirato la nostra ultima opera “Deserto” (o la nostra vita). Vista la complessa e frammentata genesi che ci ha portato a sviluppare questo progetto e il nostro desiderio di lasciare spazio all’immaginazione di chi vorrà fruire di queste espressioni artistiche ci è parso più sensato fornire degli stimoli analoghi, ossia opere che descrivono, narrano o si ispirano alle sensazioni che abbiamo provato anche noi. 

 

Sette opere che non hanno ispirato “Deserto” ma che si sono perse anch’esse

 

Jorge Luis Borges – L’Aleph
(libro, 1949, Tit. Orig. “El Aleph”)

Racconti e storie senza tempo e appigli alla realtà a cui siamo abituati. Quando leggere significa lasciarsi cadere all’indietro, senza sapere se ci sarà qualcuno o qualcosa ad accogliere la nostra caduta.

 

Egisto Macchi – Il deserto
(lp, 1974)

Gemma oscura della Library Music di sempre. Egisto Macchi, già membro del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza assieme ad Evangelisti e Morricone, si è perso anche lui. Questo lp leggendario ne è la cronaca sonica.


John Maxwell Coetzee – Deserto
(libro, 1976, Tit. Orig. “In the Heart of the Country”)

Un atroce diario che ci permette di entrare nella mente contorta di una vittima/carnefice di una vita assurdamente violenta. Se l’autore non fosse il celeberrimo premio Nobel sudafricano Coetzee verrebbe impossibile ritenere finzione un materiale così sconvolgente e penetrante. Dopo questa lettura non si torna indietro.

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Nico – Desertshore
(lp, 1970)

La necessità di abbandonarsi.

Autore anonimo – Manoscritto Voynich
(libro, XV° sec)

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Michelangelo Antonioni – Deserto Rosso
(film, 1964)

Perdersi.

Maria Lai – Legarsi alla montagna
(performance, 1981)

Ritrovarsi.

 

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