[#tbt] Quella volta che i Fugazi vennero in Sardegna e non andarono al mare

Io non so quanti di voi siano a conoscenza di un posto chiamato Gavoi. Credo ben pochi, e non vi si può certo incolpare per questo. Si tratta di un paese che si trova nel cuore della Barbagia, nella Sardegna più lontana dal mare e dalle spiagge da cartolina… Insomma, perché mai dovreste conoscere un posto del genere?
Eppure Gavoi è una località mitologica, leggendaria, per chi in Sardegna ama la musica indipendente, quella veramente DIY, perché qui è stato organizzato uno dei concerti live tra i più impossibili e incredibili della storia della musica (vabbè, quasi!), e vi spiego perché.

Procediamo con ordine.

Siamo nel 1995, e potete solo provare ad immaginare cosa fosse la Sardegna nel 1995. So già a cosa state pensando: provincialismo da quattro soldi, arretratezza culturale, chiusura mentale… Ebbene, siete fuori strada! Certo, è vero che spesso i maggiori momenti di evasione erano gli immancabili concerti dei Nomadi e dei Dik Dik in più o meno tutte le feste patronali di tutta l’isola… Però c’erano anche tanti, tantissimi aspetti straordinari: prima di tutto non c’era bar che non avesse la birra Ichnusa, che non era ancora diventata la brodaglia per fighetti che è oggi. E poi le piazze, i giardini pubblici aperti tutto-il-giorno-tutti-i-giorni e frequentati da un universo variopinto e vitale di ragazzi e ragazze che Ryanair non aveva ancora strappato e portato via, una moltitudine di interessi, di curiosità di energie e di ambizioni che potevano ancora esprimersi qui, e non nei ristoranti di Londra o Berlino.

Succede insomma che a Gavoi, che voi non conoscete ma che è sempre stato un centro particolarmente vivace dal punto di vista culturale (forse avete sentito parlare del suo Festival Letterario? Ah, ma certo: Gavoi!), nella notte del 17 giugno 1995, i ragazzi del mitico Circolo dei Nottambuli decidono di organizzare un evento particolare e ambizioso: un concerto in una data “fuori calendario” rispetto alle festività programmate e riconosciute (sia quelle civili che quelle religiose), in cui far suonare non i soliti Nomadi e nemmeno i soliti Dik Dik, ma una band straniera, una band americana.
Un’idea certamente audace per un villaggio di 3000 anime scarse, sperduto in mezzo ai monti e per lo più dedito alla pastorizia e all’agricoltura. Un’idea che diventa assolutamente folle se si pensa che la band in questione sono i Fugazi. Voglio dire: una band nel pieno della sua maturazione artistica, che due anni prima era entrata nella classifica di Billboard con In On The Kill Taker, che si permetteva di rifiutare majors come la Atlantic, che aveva declinato l’invito a partecipare al Lollapalooza…
I Fugazi a Gavoi è una roba da non crederci! Una roba talmente fuori di testa che può soltanto diventare realtà.

Ci sono leggende (diventate ormai patrimonio collettivo di quella che è, a tutt’oggi, la scena musicale sarda più autentica) che narrano imprese titaniche, lunghe e indimenticabili traversate in macchina da ogni angolo dell’isola, vecchie Panda e vecchie Fiat Uno che si arrampicavano per le strade tortuose della Barbagia, amici lasciati a piedi all’ultimo momento perché i posti in auto erano tutti occupati e che senza perdersi d’animo riescono a raggiungere Gavoi in autostop; so perfino di un pazzo furioso, amico di un amico, che se la fece in bicicletta da Cagliari, partendo due giorni prima, armato soltanto di sacco a pelo e tanta passione…

E così, nel cortile della scuola si radunarono oltre 2000 persone: che se pensiamo a Gavoi e al contesto generale in cui si è svolto l’evento (una band underground sconosciuta ai più, in un paesino nel bel mezzo della Barbagia), è una cifra assolutamente eccezionale, considerando che eventi musicali come ad esempio il MiAmi (ma stiamo parlando di Milano, di un festival di 2 giorni, di una organizzazione e di una disponibilità di risorse e di servizi assai più ampie di quelle di Gavoi), nelle loro edizioni migliori hanno raggiunto le 15mila persone.

I Fugazi, che il giorno prima suonavano a Bologna e il giorno dopo a Catania, in piena aderenza con il loro modo di fare anti-conformista decidono di prendere due aerei in due giorni, attraversare mezza Sardegna, regalare al pubblico sardo un concerto unico, impensabile, fuori da qualsiasi logica, e poi ripartire la mattina dopo per la Sicilia.
Essere americani, essere musicisti, venire in Sardegna in estate e non farsi nemmeno mezz’ora di spiaggia per andare a suonare a Gavoi… Chapeau!

Sul sito della Dischord Records c’è la scaletta completa dell’evento, con la possibilità di acquistare la versione digitale del live.

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Disclaimer: Io a quel concerto non ci sono andato. All’epoca stavo per compiere 11 anni, ignoravo l’esistenza di quello che in futuro sarebbe diventato uno dei miei gruppi preferiti, ma soprattutto ignoravo completamente l’esistenza di un posto al mondo chiamato Gavoi.
Mi faccio bastare il sorriso di quel bimbo che giochicchia con la Rickenbacker di Guy Picciotto.

Non avendo testimonianze video del live di Gavoi, abbiamo pensato di inserirne uno a caso, per dare l’idea di quella che sarebbe potuta essere l’atmosfera di un live dei Fugazi.