Intervista a Stella Donnelly

Stella Donnelly è una rivelazione, un fulmine a ciel sereno e il suo secondo disco, in arrivo tra qualche mese per Secretly Canadian si attesta già come uno dei lavori più attesi di questa stagione.

Data la sua incredibile schiettezza e dirompenza nei suoi testi, abbiamo scelto di intervistarla per farci parlare della genesi di “Beware of the dogs”.

L’immagine che è uscita fuori è quella di un disco nato in un universo estremamente casereccio e personale, che però riesce ad essere estremamente adatto a fotografare la realtà, anche nella sua parte più oscura e violenta.

Ciao, Stella. Nell’ultimo anno hai fatto un grande salto di qualità: hai finalmente raggiunto un pubblico molto più ampio e internazionale. Come stai vivendo questo cambiamento? Quando accade una cosa del genere, come cambiano le priorità di un artista?

Sto prendendo ogni giorno come viene e mi pizzico continuamente, per svegliarmi da questo sogno, perché riesco a viaggiare per il mondo, incontrare persone incredibili e mangiare cibo incredibile! Le mie priorità non sono cambiate, per me la musica viene prima di tutto e soprattutto la scrittura. Non importa quante persone sentano poi la mia musica, per prima cosa deve essere assolutamente onesta e autentica per me.

Come è cambiato il tuo approccio al lavoro dal tuo primo EP?

Oltre ad avere le risorse per suonare con una band, non ci sono stati cambiamenti nel modo in cui scrivo e faccio il mio lavoro. In realtà oggi è ancora più importante per me lavorare con integrità e consapevolezza degli altri intorno a me in tutto ciò che faccio.

Hai scritto e registrato l’album ( se non sbaglio) vicino a casa. Come la tua città ha influenzato il tuo lavoro? Ti piacerebbe lavorare in uno studio all’estero in futuro o hai bisogno dei tuoi spazi?

È stato così bello poter registrare a casa, le cose di cui stavo scrivendo erano così reali perché ero circondata dal luogo in cui quelle esperienze si sono svolte o si stavano svolgendo. È stato magico. Sono apertissima a registrare da qualche altra parte in futuro, ma per il messaggio di questo disco, è stato fondamentale stare a Fremantle.

 

Quale canzone del disco ti fa pensare molto della tua città? Perché?

La canzone “Lunch” riguarda la strana sensazione che si prova quando si cerca di adattare il proprio corpo all’essere lontani da casa e poi al riadattarlo ad ogni ritorno. Per la canzone, ho girato e montato personalmente il video musicale di questa canzone perché è davvero una canzone intima e “domestica” per me.

 

Quale segnale vedi dietro la scelta di alcuni festival, come ad esempio il Primavera Sound, per colmare completamente il divario di genere?

Penso che sia incredibile che i festival di massa stiano intensificando il loro impegno per quanto riguarda la diversità di genere. Tutto questo deve essere fatto ora, in modo che in futuro possa essere qualcosa a cui non dobbiamo nemmeno pensare.

 

Quale canzone del disco ha scritto con più rabbia e urgenza? Perché?

Il disco “Beware of the Dogs” è stato scritto tutto molto velocemente e ho registrato tutto molto velocemente. Quindi tutto è stato scritto e suonato con molta “urgenza”.

 

Come cerchi di parlare di temi importanti come la violenza e la discriminazione? Come sta cambiando la musica da questo punto di vista in queste anni?

Mi occupo di questi temi aprendo una conversazione direttamente nelle canzoni, fornendo il mio punto di vista e sperando che la gente possa trarne insegnamento. La musica cambia a seconda di ciò che accade nel mondo, quando i nostri governi non fanno nulla al riguardo, la gente ha bisogno di trovare un modo per esprimersi liberamente.

 

Qual è la responsabilità sociale di un artista oggi?
Ci sono così tanti artisti che vivono vite estremamente diverse. La mia responsabilità sociale e personale è quella di usare la mia piattaforma per aiutare gli altri, ma non ci si può aspettare che tutti gli artisti facciano lo stesso, l’arte diventerebbe estremamente unidimensionale.

 

Sei molto esplicito nei tuoi testi. Quali artisti ammiri per la loro sincerità nel raccontare storie?
Ammiro moltissimo Billy Bragg, Janelle Monae, Courtney Barnett, Jenny Hval, Julia Jacklin, Solange.

 

-Ho letto in un’intervista che ti piace molto leggere. Quali letture ti hanno accompagnata durante la registrazione del disco?

Stavo leggendo “Her Body and Other Parties” di Carmen Machado, “Flights” di Olga Torkarczuk ,
“Paradise Rot” di Jenny Hval e “Dark Emu” di Bruce Pascoe

 

 

Con quali artisti ti piacerebbe lavorare nel prossimo futuro?

Ci sono così tanti artisti con i quali vorrei collaborare immediatamente, ma non voglio dirli perché in questo caso alcuni lettori potrebbero ridere di me.

 

Stella, ho molta paura dei cani. Come si fa a superare questa paura? (e le paure in generale)

La mia esperienza con i cani è che semplicemente hanno bisogno di amore e cura! Capisco comunque la tua paura e ci sono tante persone che non dovrebbero possedere un cane. Io ho paura di volare, ma ho abbastanza superato il problema, salendo sempre su molti aerei! Forse dovresti trovare un cane dolce e passare un sacco di tempo con lui, così potresti sconfiggere la tua paura!