[#tbt] La Top 7 electroclash dei primi anni zero

Sono appena tornati sia i Fischerspooner con l’album “SIR” che i Ladytron con il singolo “The Animals“. E allora la macchina del throwback thursday va dritta alla fine degli anni ’90 / primi 2000 e a quell’elettronica dall’attitudine melodica che s’inzuppava anche di techno, dream pop e qualche volta no wave. Erano i giorni dell’electroclash e questa lista arbitraria, fatta con tanti cuori, vuol giusto ribadire quanto sia stato divertente, rumoroso e persino punk tutto quel discorso lì.

#7. Mount Sims – No Yellow Lines (2004)

Matt Sims è stato tanto rappresentativo sul momento quanto marginale nel ricordo. Si è spinto progressivamente su territori più marci e fangosi lasciandoci però qualche esempio miracoloso nelle fasi di ponte. “No Yellow Lines” è l’esempio di una scarna enfasi gotica con una timbrica black.

#6. Miss Kittin & The Hacker – Stock Exchange (2001)

Il connubio franco-elvetico ha avuto cadenza alternata. I due hanno condotto decorose carriere in proprio ma la vocalità (in)espressiva della Miss e la ruvidezza techno e kraftwerkiana di Hacker hanno sancito la reciproca valorizzazione. “Stock Exchange” non è la canzone più nota ma è quella che più di ogni altra può farvi venire nostalgia di quegli anni. Se avete un cuore.

#5. Tiga And Zyntherius – Sunglasses At Night (2000)

Tiga e Jori Hulkkonen si mettono a coverizzare questa cosa discutibile di Corey Hart. “Sunglasses At Night” è una pop song datata (del 1984) e avvinghiata a un’estetica che in effetti era improponibile nel 2000. Eppure, senza neanche stravolgerla, ne viene enfatizzata quella valenza oscura e malata che di certo non avremmo mai potuto vedere.

#4. DJ Hell – Suicide Commando (1998)

Altra cover, “Suicide Commando” era una canzone dei No More del 1981. DJ Hell, capo della International Deejay Gigolo Records, la sporca ulteriormente e ne fa una bandiera del genere. Forse è questo il momento in cui la cosa di cui parliamo qui è cominciata. Bella, qualche anno dopo, la cover a cura di Vitalic.

#3. The Silures – April Showers (2003)

The Silures sono stati l’estemporanea collaborazione fra l’affascinante Linda Lamb e Vitalic. E questa “April Showers” ha i crismi e le ritmiche del Vitalic di allora (2003) con aperture melodiche talmente avvolgenti da farci sentire schiacciati.

#2. Fischerspooner – Emerge (2001)

Di “Emerge” e dei Fischerspooner si è detto tanto, anche di recente. Anche ora che la band è tornata e, tornando, ci ha fatto capire che quegli anni non ritornano. Poi questo potrebbe non essere un dramma. Così come non è per forza un male che Morgan una volta abbia usato a X Factor questa canzone qui. Fatto sta che “Emerge” è epica.

#1. Ladytron – Evil (2002)

Avevo avvertito che la lista sarebbe stata arbitraria:”Evil” non è l’emblema di un movimento o di un genere. Sappiamo anche che ai Ladytron l’etichetta electroclash faceva rigozzare: erano e sono una band dai margini più ampi. Però “Evil”, con il suo flusso vocale immediato a perdifiato rappresenta i giorni in cui era lecito mettere in una melodia circolare tutto il tripudio sintetico del mondo. Lo pensavo già prima di aver visto il video con Helen Marnie nel vestito a strisce, figuriamoci dopo.

(Marco Bachini)