Sono appena tornati sia i Fischerspooner con l’album “SIR” che i Ladytron con il singolo “The Animals“. E allora la macchina del throwback thursday va dritta alla fine degli anni ’90 / primi 2000 e a quell’elettronica dall’attitudine melodica che s’inzuppava anche di techno, dream pop e qualche volta no wave. Erano i giorni dell’electroclash e questa lista arbitraria, fatta con tanti cuori, vuol giusto ribadire quanto sia stato divertente, rumoroso e persino punk tutto quel discorso lì.
Matt Sims è stato tanto rappresentativo sul momento quanto marginale nel ricordo. Si è spinto progressivamente su territori più marci e fangosi lasciandoci però qualche esempio miracoloso nelle fasi di ponte. “No Yellow Lines” è l’esempio di una scarna enfasi gotica con una timbrica black.
Il connubio franco-elvetico ha avuto cadenza alternata. I due hanno condotto decorose carriere in proprio ma la vocalità (in)espressiva della Miss e la ruvidezza techno e kraftwerkiana di Hacker hanno sancito la reciproca valorizzazione. “Stock Exchange” non è la canzone più nota ma è quella che più di ogni altra può farvi venire nostalgia di quegli anni. Se avete un cuore.
Tiga e Jori Hulkkonen si mettono a coverizzare questa cosa discutibile di Corey Hart. “Sunglasses At Night” è una pop song datata (del 1984) e avvinghiata a un’estetica che in effetti era improponibile nel 2000. Eppure, senza neanche stravolgerla, ne viene enfatizzata quella valenza oscura e malata che di certo non avremmo mai potuto vedere.
Altra cover, “Suicide Commando” era una canzone dei No More del 1981. DJ Hell, capo della International Deejay Gigolo Records, la sporca ulteriormente e ne fa una bandiera del genere. Forse è questo il momento in cui la cosa di cui parliamo qui è cominciata. Bella, qualche anno dopo, la cover a cura di Vitalic.
The Silures sono stati l’estemporanea collaborazione fra l’affascinante Linda Lamb e Vitalic. E questa “April Showers” ha i crismi e le ritmiche del Vitalic di allora (2003) con aperture melodiche talmente avvolgenti da farci sentire schiacciati.
Di “Emerge” e dei Fischerspooner si è detto tanto, anche di recente. Anche ora che la band è tornata e, tornando, ci ha fatto capire che quegli anni non ritornano. Poi questo potrebbe non essere un dramma. Così come non è per forza un male che Morgan una volta abbia usato a X Factor questa canzone qui. Fatto sta che “Emerge” è epica.
Avevo avvertito che la lista sarebbe stata arbitraria:”Evil” non è l’emblema di un movimento o di un genere. Sappiamo anche che ai Ladytron l’etichetta electroclash faceva rigozzare: erano e sono una band dai margini più ampi. Però “Evil”, con il suo flusso vocale immediato a perdifiato rappresenta i giorni in cui era lecito mettere in una melodia circolare tutto il tripudio sintetico del mondo. Lo pensavo già prima di aver visto il video con Helen Marnie nel vestito a strisce, figuriamoci dopo.
(Marco Bachini)