THE IMAJINARY FRIENDS, “The Imajinary Friends” (300mics, 2017)

Il ritorno de gli Imajinary Friends giunge del tutto inatteso a quasi dieci anni di distanza dalla pubblicazione dello split con gli Spectrum di Peter “Sonic Boom” Kember e oltre dieci anni dal primo e unico LP (“Lunchtime In Infinity”) pubblicato dalla mitica BOMP! di Greg Shaw. Della formazione originaria restano Tim Digulla (Tipsy), Travis Threlkel (The Brian Jonestown Massacre, Tipsy) e Ricky Maymi, chitarrista e co-fondatore dei Brian Jonestown Massacre e polistrumentista coinvolto negli anni in una moltitudine di progetti come Wild Swans, Triffids, Mellow Drunk… Il disco (eponimo) è stato registrato durante delle sessioni in presa diretta presso gli studios dei Lumerians di Tyler Green nel 2013 a San Francisco e si avvale della collaborazione speciale per quanto riguarda le performance vocali di Deborrah Morgan aka “Moogy” (“L’Outsider”), Stephen Lawrie dei Telescopes (“Hate This Party”) e Marleen Nilsson dei Death And Vanilla (“Baby’s Bathwater”).

Il gruppo ha costituito una specie di culto underground per quello che riguarda la florida scena psichedelica di San Francisco durante gli anni novanta, distinguendosi per una attitudine sonorità di avanguardia e che a distanza di anni non sembra affatto essere smarrita. Al contrario questa vena creativa appare ancora oggi in maniera prepotente e si manifesta in tutta la sua acidità in composizioni che si caratterizzano in giri di basso vorticosi nello stile dei PIL (la garage psichedelia di “Sick Of Psych” e “Space Trash”), sperimentazioni nel campo della space music e aperte a groove dub che rimandano a “Don’t Get Lost” dei Brian Jonestown Massacre (“L’Outsider”, “Dream”, “Alone”, “Frangipani”), ossessioni minimaliste Bauhaus (“The Dark Sparkle”, “Jackals”), il sound ricco di riverberi e suggestioni drone degli Spacemen 3 di “Hate This Party”, fino alla dimensione estatica di “Baby’s Bathwater”.

Parlare di una semplice reimpatriata oppure di revival in questo caso non ha alcun senso. Di fatto il gruppo non è mai stato dismesso: la sua attività si è ridotta semplicemente per i molteplici impegni che coinvolgono ciascuno dei componenti del progetto. La attenzione per quello che riguarda il mondo che li circonda e la attitudine sperimentale è rimasta sempre la stessa e si concretizza in suoni d’avanguardia che anche questa volta sono proiettati nel tempo futuro.

80/100

Emiliano D’Aniello