[#tbt] I Men At Work, la musicassetta perfetta e i sogni di bimbo

Il 2017 sarà ricordato come l’anno della reprise delle musicassette. “13” ha aiutato, certo, avere un immaginario che i giovincelli di ora sentano proprio serve. E comunque era da prevederlo, e nel 2014 il sottoscritto ne auspicava il ritorno dopo che nel 2007 ne aveva – a malincuore – celebrato il funerale (“Ti faccio una cassettina!”) magnificando le lodi di quell’oggettino tanto caro.

Il motivo è semplice: fino all’avvento dei cd ho avuto solo cassette, non vinili. E in quegli anni ho sviluppato un amore fisico per alcune di esse. Una delle prime, verso i 10 anni, aveva nei due lati da C90 i primi due dischi dei Men At Work. La perfezione. Ci sono state altre cassettine esemplari, ma avere “Business as Usual” (1981) e “Cargo” (1983) a portata di “cambio di lato” era magnifico. Questi due album possiedono una compattezza che difficilmente ho riscontrato in seguito (o forse è solo che li ho ascoltati all’imbecillità) tanto che non riuscirei ad indicare canzoni di contorno o ripiego. L’invito, per chi non li conosce bene, è di registrarsi quella cassettina, proprio così, oppure di cliccare play su Spotify ad libitum (meglio non essere nostalgici a tutti i costi, la vita va avanti), ed immergersi in questi australiani che al tempo misero d’accordo tutti, chi amava la new-wave, l’art-rock, il pop elettronico con i synth e quello raffinato con il sax, l’indole punk e l’ironia di stampo inglese.

E nelle orecchie di quel bimbo di 10 anni che si faceva tradurre i testi dal fratellone molto più grande di lui risuona ancora quell’immagine fantastica in “Be Good Johnny”: tutti a dire a Johnny di essere bravo, di andare a scuola e giocare a football o a cricket, e a chiedersi come fosse realmente (“So tell me, what kind of a boy are you, John?”), mentre a lui interessava solo una cosa:

I only like dreaming
All the day long

Che bella prospettiva quella di sognare tutto il giorno ad occhi aperti.
A quei due bambini, quello dentro alla canzone e quello fuori che la ascoltava, pareva davvero il miglior mondo possibile.

(Paolo Bardelli)