Intervista agli Ho99o9

Elusivi, criptici, sarcastici e dissacranti come le storie, i personaggi e le narrazioni tra autobiografia e allegoria che popolano le loro produzioni. Con “United States of Horror”, uscito quest’anno, gli Ho99o9 hanno finalmente messo a fuoco la loro devastante carica di hardcore/punk e rap, con un’estetica e un linguaggio che li ha presto resi un fenomeno di culto, non solo per i seguaci dell’hip hop.
A qualche giorno dalla loro data unica di domenica 3 dicembre al Circolo Magnolia, abbiamo fatto due chiacchiere con theOGM e Yeti Bones a partire dalle loro origini nei quartieri degradati del New Jersey per arrivare alle questioni più discusse dell’America di oggi. O almeno ci abbiamo provato.
Ecco cosa ne è venuto fuori.

Ho avuto la fortuna di vedervi dal vivo un paio di volte e devo ammettere che è davvero uno spettacolo che in qualche modo lascia il segno. Ti segna. Cosa dobbiamo aspettarci di nuovo dal tour di “United States Of Horror”?
theOGM: Aspettatevi nulla e aspettatevi tutto.
Yeti Bones: Un purgatorio.
 
Ci sono diverse leggende su come vi siete conosciuti e come sono nati gli Ho99o9. C’è un episodio o un momento particolare delle vostre vite che vi ha fatto pensare di mettere su un progetto musicale assieme.
theOGM: Ci siamo incontrati in un cimitero, stavo scavando una fossa ed è venuto fuori Eaddy (Yeti Bones)…
La nostra musica si ispira alle nostre esistenze, quindi abbiamo deciso di collaborare perché era l’unica via di fuga dalla merda in cui ci trovavamo. Quindi è risultato piuttosto naturale.
 
Se penso a canzoni come “Street Power”, si percepisce anche per chi non conosce i vostri trascorsi, la vostra origine, visto che entrambi siete cresciuti tra case popolari e project del New Jersey prima di sfondare nella musica.
theOGM: Sappiamo cosa vuol dire lotta per la sopravvivenza, sappiamo cos’è il dolore e l’odio, ma sappiamo anche cosa vuol dire amore e senso di comunità.

Spesso la vostra estetica è etichettata come punk, lo trovo un po’ superficiale sebbene musicalmente siate legati a un background hardcore. Cos’è che contraddistingue veramente gli Ho99o9?
theOGM: Ho99o9 non ha etichette, Ho99o9 is Horror 
Yeti Bones: la nostra immagine non ha dei tratti distintivi, è sempre stata modellata, rimodellata e rimescolata. Siamo quello che vedi, eccoci qua.

Abitate ancora a Los Angeles? Come vi trovate? C’è qualcosa che vi manca della vostra vita nell’East Coast o che vi crea disagio nella vita in California?
theOGM: Sì, viviamo a L.A., sulla cima di una “furry mountain”… Cosa mi manca del New Jersey? Mi manca quando le palle ti si rinsecchiscono dal gelo e devi uscire per andare a lavorare. Per il resto la cosa che mi fa sentire a disagio qui è quando chiedo a qualcuno se ha da fumare e non ha niente da vendermi.

Come giudicate la questione razziale recentemente esplosa negli Stati Uniti. Pensate sia solo una fase o l’inizio di un periodo davvero duro per la comunità afro-americana?
theOGM: In realtà credo che basta fare un po’ di ricerche per capire che nella storia abbiamo vissuto di peggio. Siamo nel 2017, non abbiamo più cartelli “Whites Only” o “Blacks Only”. Questa storia della razza è una maschera per altri problemi che abbiamo. Comunque non voglio entrare in politica, quindi non chiedere un mio consiglio (risate).

“I pledge allegiance To the burning flag Of the United States Of Horror” è la frase che apre il nuovo album. Dove stanno andando davvero gli Stati Uniti di Donald Trump? C’è qualcosa in cui sperare nel futuro prossimo?
theOGM: Gli Stati Uniti sono sempre in evoluzione, cambiano, bruciano e si rimettono a posto, ma non vuol dire che siano mai davvero morti e finiti. Quando le cose non vanno come ora, è un periodo di transizione con cui o fai i conti o sei fottuto.
Yeti Bones: È come qualcosa che ti punge e dopo un po’ brucia, viaggiamo sulle montagne russe tra momenti positivi e momenti negativi, così come del resto tutto il mondo. Abbiamo sempre con noi la “speranza”, ma spesso non è altro che una parola come tante.
 
Che ricordi vi legano all’Italia, ammesso che ne abbiate? Vi piace l’horror italiano vista la vostra passione per il genere?
theOGM: Questa sarà la nostra seconda volta in Italia. La prima volta abbiamo suonato a Torino (nb: nel novembre del 2015 all’Astoria). Fu davvero divertente, ottimo cibo. Cosa so dell’Italia oltre al fatto che c’è la migliore pasta, la migliore pizza del mondo e della moda? Poco altro, ma l’ultima volta che siamo stati lì ho visto dei quartieri degradati e quello me l’ha fatta apprezzare sul serio, perché prima credevo che ci fossero solo posti fancy e lussuosi.
Yeti Bones: Io invece ho un ricordo davvero indimenticabile di quella volta che abbiamo suonato a Torino. Abbiamo messo a palla “Territorial Pissings” dei Nirvana, preso possesso del bar offrendo cicchetti a tutti. Se ci vieni a vedere, sei il benvenuto.

Chi è oggi il vostro artista preferito?
theOGM: Frank Ocean 
Yeti Bones: Limp Wrist
 
Come vi vedete tra dieci anni?
theOGM: Non so, vivo alla giornata, spero che ciò che sto facendo oggi mi porti delle gioie nei dieci anni a venire.
Yeti Bones: Morto.