Ben Watt & Bernard Butler, Bologna, Bravo Caffè, 23 Febbraio 2017

Il 23 febbraio Ben Watt, come lui stesso ha ricordato, si è esibito per la prima volta da solista a Bologna, accompagnato alla chitarra da Bernard Butler (ex Suede), nell’intima venue del Bravo Caffè di Via Mascarella, un angolo di mondo che trasuda musica solo a leggere i nomi sulle pareti di chi è passato da lì. Seconda tappa italiana del tour che segue l’uscita del suo ultimo lavoro, “Fever Dream”, il suo show è un viaggio che ripercorre tutte le forme della sua carriera, ma soprattutto è il racconto degli episodi relazionali e familiari più travagliati della sua vita, dal rapporto con il padre alcolista, il famoso jazzista Thomas Watt, del quale parla con emozione, e della prematura scomparsa della sorella Jennie, sentimenti confluiti in “Hendra” e “The Levels”, entrambe contenute nel suo precedente album solista.
Watt, berretto d’ordinanza in testa, si alterna tra chitarra acustica, telecaster e piano Wurlitzer EP200a, mostrando con disinvoltura la propria attitudine da polistrumentista e il proprio autentico trasporto nell’esecuzione dei brani, creando un’atmosfera eterea. Alla sua destra, Bernard accarezza la sua cherry Gibson ES-355, ricamando suoni decisi e allo stesso tempo fluttuanti grazie ad una tecnica basata sul fingerstyle e regolazione dei potenziometri, accompagnate da una miscela di effetti tra i quali predomina il delay che riecheggia tra i tavoli.
E’ frequente l’uso di accordature aperte e sonorità che uniscono il folk al jazz, circondate dall’intelligente punteggiatura di Butler che esalta i momenti più empatici.
La scaletta prevede 16 brani, alcuni più anziani come “Some Things Don’t Matter”, estratta dal primo album solista di Watt, “North Marine Drive” targato 1982, e “25th December”, figlio del duo “Everything But the Girl” di cui faceva parte insieme alla moglie Tracey Thorn.
L’alchimia tra i musicisti è evidente, il 54enne di Marlylebone confessa di aver pensato immediatamente a Butler quando ha avuto bisogno di qualcuno che “drammatizzasse” i suoi testi, ed il risultato è quello che permesso loro di ammaliare a luce di candela il pubblico bolognese, al punto che, già scesi dal palco ed avviatisi verso la relax zone, incalzati dalla richiesta di un bis, tra la folla Ben afferra per un braccio Butler ed esclama:” Bernard, they’re asking for another one!”.
Un cenno di intesa ed eccoli nuovamente on stage per il trittico finale con “New year of grace”, “Slide” e “Spring”.
Un concerto che, una volta fuori dal locale, porta spontaneamente a scrivere o chiamare qualcuno a cui si vuole bene per ricordarglielo.

(Francesco Fauci)

Scaletta: