Shilpa Ray, disinibizione e blues punk da New York

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Esce oggi “Last Year’s Savage”, l’ultimo disco di Shilpa Ray, musicista newyorkese dal passato onomastico alquanto disinibito. La band che la assisteva per i due primi dischi infatti si faceva chiamare “Her Happy Hookers”, che in inglese significa puttanelle: è con loro che la ragazza di Brooklyn ha fatto uscire “A Fish Jook An Open Eye” e “Teenage Torture”, tra il 2009 e il 2011.

Poi l’inizio del percorso solista, con “It’s All Self Fellatio”, con ancora chiarissimi rimandi sessuali. Ora arriva “Last Year’s Savage” che suona di una potenza sorprendente: il suono allo stesso tempo blues e punk che contraddistingue la produzione di Shilpa Ray trova l’incastro perfetto in quella sua voce così teatrale, così intensa, così dolce e così ruvida, così Patti Smith. Ma le influenze vanno addirittura al di là della leggendaria poetessa del rock: dentro “Last Year’s Savage” ci sono l’erotismo e la sensualità oscura di Nick Cave (per cui non a caso ha aperto numerosi concerti), le melodie pop-rock dei Blondie, l’eccentrismo postmoderno di Amanda Palmer.
Non c’è altro da dire: un vero e proprio tripudio.

Qui sotto un po’ di cose da ascoltare, tratte dall’album in uscita oggi per la Northern Spy Records.
Ascoltatele tutte, e se non ne potrete fare a meno, il full streaming di “Last Year’s Savage” lo trovate qui, in una fittizia pagina di quotidiano online creata appositamente per il lancio promozionale.



19 maggio 2015