STILL CORNERS, “Strange Pleasures” (Sub Pop, 2013)

STILL-CORNERS-STRANGE-PLEASURESIl progetto Still Corners arriva al suo secondo disco, che di norma viene visto come quello della resa dei conti. Il producer Greg Hughes, accompagnato dalla sublime voce di Tessa Murray, dimostra di aver portato la sensibilità musicale del duo verso una maggiore maturità, meno vincolata dall’istintività delle emozioni più cupe e sotterranee, dirottandosi invece verso lidi impregnati di una luce dreamy mai soffocante. Potremmo dire che le composizioni di questo “Strange Pleasures” si pongono in un lembo di pura estasi a cavallo tra le suggestioni magiche dei Cocteau Twins, spogliate qui dell’aura gotica che per l’appunto si ravvisava nel precedente “Creatures of an hour”, e il minimalismo palpitante di Grimes, evitando però stratificazioni ed inutili orpelli che avrebbero potuto conferire pesantezza ai brani.

In “Strange Pleasures” è proprio la leggiadria il filo conduttore, che sia quella che si ravvisa tra i melodismi di “Going back to the strange” e “We killed the moonlight” o nella forza ammaliante di “Future Age”, che potrebbe essere la soundtrack per un viaggio astrale o per un inaccessibile stato ipnopompico. Un lavoro costituito da dodici tracce che rendono bene l’idea di un’opera compatta ed omogenea, fatta di riverberi elettropop che pongono le basi nel passato ma si proiettano in un futuro ultramoderno. Si prenda ad esempio “Midnight Drive”, in cui si rincorre il fantasma dei Cure più evocativi in un eterismo quasi floydiano, fatto di un crogiolo di samples che si intersecano tra loro. Da non dimenticare, poi, il fascino dell’opener “The trip”, vera dichiarazione d’intenti, il singolo “Fireflies”, che avrebbe le potenzialità di un tormentone di gran classe come se ne sentono pochi, e il loop vigoroso e sintetico che regge alla perfezione il cantato della Murray in “Berlin Lovers”.

Non il solito disco dream-pop carente di sostanza, ad uso e consumo di un ascoltatore poco esigente. Ectoplasmatico, impalpabile sì, come si addice alle atmosfere del genere, ma anche vivo e corposo.

75/100

(Raising Girl)

5 maggio 2013

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