Sunn O))), Circolo degli Artisti, Roma, 30 settembre 2011

La calata degli Unni non fa più paura come una volta. Noi eravamo di buon umore, ma è naturale, in macchina avevamo un live dei Black Sabbath e c’era Ozzy che strillava ogni trenta secondi “WE LOVE YOU”. Entrati in sala, comunque, nemmeno gli altri sembravano così intimoriti. Dopo i primi attimi di silenzio, mentre il fumo cominciava a diffondersi e arrivavano i primi suoni di synth, ecco che ricominciavano subito le chiacchiere, le risatine, le battute. Poi, il Muro. I due sacerdoti salgono sul palco acclamati da un mare di corna e cominciano a rovesciare kilowatt su kilowatt. Funziona abbastanza bene come esercizio di meditazione (tutt’altro che spirituali, i miei pensieri, comunque) e straniamento, ma dopo un po’ è fin troppo facile distrarsi, qualcuno parla, altri ti passano avanti per andare a prendere da bere e il raccoglimento va a farsi benedire.

Il resto del set passa a guardarsi attorno (a un certo punto, ho controllato anche l’ora, scusate) e a stento si riesce a rimanere seri quando i SunnO))), coperti di saii, alzano in aria le mani ad artiglio, imitati da qualcuno tra il pubblico che sembra offrire agli Dei del Metallo una birra o una sigarettina sospetta appena confezionata. Ma il peggio sono i sibili insistenti della macchina del fumo in vena di straordinari. Sembrava l’avessero microfonata, tanto a momenti sovrastava le chitarre nei momenti più “quieti”. Apice della serata, quel signore che a un certo punto, molte file avanti a noi, ha strillato esasperato “E stai zitto!” a un suo vicino che parlava al telefono. Non c’è più rispetto, nemmeno a messa…

Forse la drone music, a meno che non sia una truffa colossale, non è roba da dare in pasto ad una sala concerti qualunque, se alla fine ti viene voglia di sdrammatizzare tutto con una risata. O forse è solo una merce come un’altra, buona pure per una birra al venerdì sera. Fatto sta che non ce l’abbiamo fatta a ritrovarci all’interno di un incubo lovecraftiano. Non per colpa dei SunnO))), comunque, loro il mestiere lo conoscono maledettamente bene, sanno far fischiare una chitarra da dio. E sanno fare molte altre cose, anche se ieri sera non ce n’era traccia. Ad ogni modo, la prossima volta vedremo di prepararci spiritualmente prima presentarci al Rito. Promesso.

(Lorenzo Centini)

12 ottobre 2011

 

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