LCD Soundsystem + !!!, Piazza Castello (Ferrara) (24 giugno 2010)

Non c’è estate senza le afose serate del Ferrara Sotto Le Stelle. Dopo le tante targhette commemorative idealmente aggiuntesi nel cortile del castello estense dai Radiohead fino agli Arcade Fire passando per decine di altri nomi anche quest’anno si punta in alto. E tocca a uno dei nomi più importanti della scena contemporanea. Gli LCD Soundsystem di James Murphy, il geniale produttore che declinando l’electro in un ponte tra wave, funk e post-punk, ha riavvicinato i due mondi del rock e della dance. Se esiste la scena electro estranea ai circuiti discotecari che tanto va a braccetto con la scena di club, serate e fauna indie, buona parte del merito (o, secondo i punti di vista, colpa) va alla strada aperta un lustro fa dallo strabiliante esordio degli LCD Soundsystem. Nulla sarebbe stato più uguale. Uno dei tanti nomi a cavalcare questa lunghissima onda electro ha l’onore e l’onere di aprire al tramonto davanti a una platea ancora distratta e intorpidita. Direttamente da Sacramento, l’incredibile circo electro-funk dei !!!. Quanto non riescono a dare su disco in cui spesso la ripetitività gioca contro la carica del collettivo californiano, Nic Offer e soci lo danno dal vivo. Con gli interessi. Il dinoccolato frontman offre il solito show nello show tra balletti e moine anni ’80 e le immancabili incursioni nella platea. La band è una macchina da guerra nel rompere subito il ghiaccio tra vecchie hit e novità dal quarto LP “Strange Weather Isn’t it?” in uscita ad agosto. Pur orfana del batterista Jerry Fuchs, morto lo scorso autunno in un terribile incidente in ascensore. L’incessante sculettare di Offer e il calore soul black della vocalist Shannon Funchess trasformano Ferrara in un dancefloor di fine anni Settanta. “Yadnus”, le incendiarie “Must Be The Moon” e “Sunday” con gli urlacci di un posseduto Offer accendono la platea. La chitarra sputa funky su ritmiche altrettanto frenetiche e mai pesanti. Nemmeno nelle soste dei brani nuovi, meno conosciuti e dunque meno spinti dai presenti. CHK CHK CHK scandisce l’incontenibile vocalist. Una “Heart of Hearts” che si trascina all’infinito e oltre è il perfetto passaggio di testimone.

Le prime file si raggiungono in scioltezza ancora alle nove e trequarti. James Murphy e soci entrano in scena senza troppi colpi di teatro nella giungla di cavi e apparecchiature allestiti sul palco. Da perfetti clerk del dancefloor. Fa specie notare come a livello di pubblico non sia cambiato nulla da un Neapolis Festival di cinque anni fa, quando agli LCD toccava l’onore e l’onore di chiudere le danze dopo i Kraftwerk. Non che la platea ferrarese condita dei soliti volti noti della scena indipendente italiana abbia un che di paragonabile a una platea partenopea da festival. La questione è nei numeri. Sarà che stasera non suonano fenomeni da baraccone del made in italy di cui si va tanto fieri. Non suonano i Crookers. E nemmeno i Bloody Beetroots. Non più di duemila presenze infatti per l’unica data di una delle band contemporanee clou. Tralasciando facili bombardamenti sulla croce rossa su fenomeni nazionalpopolari dell’asse Mediaset-Mtv Italia, c’è poco da stupirsi. Un Heineken Jammin Festival da anni ’90, le grandi arene riempite solo da Muse, Placebo, Coldplay et similia, un festival torinese seguito da pochi stronzi considerata la gratuità sono manifestazioni di un paese fermo. New York per fortuna non lo è. Il collettivo lanciato da uno dei due guru della DFA è uscito con un terzo disco in linea con quello che ci si aspetta da loro. Come se due LP presto assurti al rango di classici non fossero già stati abbastanza. Gli ipnotici crescendo house di “Us vs. Them” e “Yr.City A Sucker” sono una prova della loro grandezza.

I groove incendiari del funky e dell’house di Detroit rivisti da chi si è spappolato il cervello con post-punk e new-wave senza esplicitarne l’ispirazione per motivi di comodo. L’ispirazione è messa nero su bianco, mai votata al plagio o al compromesso del revival. Le chitarre del capolavoro “All I Want” da distacco terreno sono un esempio spietato. Bisognerebbe usare la fantasia per convincersi di avere davanti una band vera e non un dj. O più concretamente farsi trascinare dal calore della voce di Murphy restando a bocca aperta per le continue trasfigurazioni nei ruoli del resto dei componenti. Nei momenti più scemi quali “Drunk Girls” e “Daft Punk Is Playing At My House” resi degli inni d’aggregazione in cui alla coralità trascinante del funk si fonde l’atmosfera da sbornia del punk. Se “Get Innocuous” è la canzone che i Kraftwerk vorrebbero fosse scritta dai loro figli. Magari dopo un trasloco a Brooklyn per liberarsi del rigore compositivo e del remissivo spirito festaiolo teutonico.
James Murphy, perfezionista quanto burbero nel lesinare sorrisi tra un pezzo e un altro, in fondo si diverte. E con lui la duttile co-frontman. La tascabile Nancy Whang divisa tra synth e seconda voce ammorbidisce i momenti più ruvidi.
Sarebbero qui a presentare “This Is Happening”, ma offrono solo tre nuovi brani. “I Can Change”, la meno convincente nonostante una resa live inoppugnabile. Nella festa degli LCD, non mancano i momenti di scazzo per parte dell’amplificazione che salta nel tripudio di “Tribulations”. Ma theshowmustgoon e loro sembrano neanche accorgersene. Vanno avanti fino alla fine, poi si ritrovano costretti a rinunciare a una succosissima “Movement” prevista in scaletta. Fortuna che nella festa non manchino i momenti da pelle d’oca. Il primo e probabilmente il più alto non può che essere il salto nel vuoto di “All My Friends”. Sarà un dovere morale rievocarla, tra qualche decennio. quando si cercherà di descrivere l’ineffabile traiettoria della scena musicale di inizio secolo.

Il break arriva dopo un’interminabile, asfissiante, insostenibile “Yeah”. Un buco nero house di dieci minuti di pura alienazione da Grande Mela. Solo i bagliori di “Someone Great” ridanno speranza nel bis quando ci si riaccorge di essere a Ferrara, ai piedi di uno stranito castello estense. Prima della nuova deviazione negli abissi della terra tra i labirinti rave di “Losing My Edge” scossi da saette punk che sfidano la tenuta dello storico quanto fastidioso selciato del centro storico.
Le virtù cantautorali di Murphy possono infine trovare sfogo nell’unico finale possibile sbocco per placare senza appello la macchina da guerra dei sei newyorkesi.
La toccante elegia di “New York, I Love You, But You’re Bringing Me Down” sarà autoreferenziale, ma se la meritano. Se paradossalmente dalle ombre e dalla depressione post-2001, New York sia tornata a dare linfa e speranza alla scena musicale americana, molti dei meriti vanno a James Murphy e ai suoi LCD Soundsystem. E così, un’altra, l’ennesima targa commemorativa si appiccica di diritto nella splendida piazza del Ferrara Sotto Le Stelle.

New York, you’re perfectDon’t please don’t change a thing

p.s. Causa shopping adrenalinico post-concerto, una t-shirt degli LCD Soundsystem è stata prelevata dal sottoscritto a prezzo di favore con la seguente clausola: chiunque si renda protagonista di riferimenti anche velati ai Sud Sound System, nell’esprimere ogni sorta di apprezzamento o commento sulla stessa, sosterrà a proprio carico la spesa per l’acquisto di 1 biglietto di sola andata con destinazione New York City al qui presente e al rivenditore non-autorizzato.

Us Vs Them youtube
Drunk Girls youtube
Get Innocuous youtube ++++
Yr City A Sucker
Daft Punk youtube
All I Want youtube
All My Friends youtube
I Can Change
Tribulations
Yeah youtube
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Someone Great youtube
Losing My Edge youtube
NY I Love You youtube

(foto di Luca Gavagna – www.leimmagini.it)