Antonio Aiazzi, da El Diablo a Gesù

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Da El Diablo a Gesù passando per il via. Antonio Aiazzi, storico tastierista dei Litfiba dai tempi di via de’ Bardi, colpisce ancora. E mentre Pelù e Renzulli fanno ovunque sold out con la reunion per il trentennale, il musicista che con loro, Ringo de Palma e Gianni Maroccolo, ha scritto pagine indimenticabili per i dischi Desaparecido, 17 Re e Litfiba 3, si dedica a ben altri progetti. Del resto è noto che Aiazzi, insieme alla moglie Nathalie Chaineux, realizza da qualche anno giochi da tavolo. Quel che stupisce oggi è che, dopo il successo de I Toscanacci, L’Italia & gli Italiani e I Romanacci, nel catalogo della loro Rebus Project si aggiunga addirittura una Vita di Gesù. Ma non giravano di notte con le anime perse?

«Per quanto riguarda El Diablo, e in generale tutti i testi dei Litfiba, era Piero che se ne occupava e nessuno ci metteva bocca. – Tiene a puntualizzare Aiazzi. E racconta – Circa tre anni fa Natalie stava seguendo una trasmissione francese ed è rimasta allucinata per alcuni attacchi senza ragione alla cristianità. Da lì è nata l’idea di fare un gioco sulla vita di Gesù in maniera sia educativa che divertente. E oltretutto andando avanti nel lavoro abbiamo scoperto tante cose sulla cristianità che ci hanno meravigliato molto, anche perché, da non praticanti, nessuno ce le aveva mai dette».

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Il gioco, realizzato sia in italiano che in inglese, è distribuito a livello nazionale dalla San Paolo e da Giochi Uniti, ed è un percorso simile al gioco dell’oca, in cui però si avanza, oltre che tirando i dadi, rispondendo alle domande su Gesù. Quale sarà “la prossima mossa” della Rebus Project? «Quest’anno usciranno i giochi per Venezia e Milano – prosegue Aiazzi – anche perché a febbraio abbiamo firmato un contratto pluriennale con Giochi Uniti in cui ci impegniamo a realizzare un tot di giochi l’anno, proprio come in un contratto discografico».

Tornando alla musica allora una domanda è d’obbligo: cosa pensa Antonio Aiazzi della reunion dei due Litfiba? «Secondo me hanno fatto bene: io sono contento e mi sembrano contenti anche loro. Mi hanno invitato al concerto, e anzi Piero mi ha detto che se non andavo non mi avrebbe più parlato. Mi è piaciuto molto e ho trovato davvero belli soprattutto i pezzi più veloci e tosti: arrangiati bene, essenziali e ben suonati». E a quando un ritorno alla musica? «Per ora ho preso degli impegni di altro tipo. Se, come spero, in futuro avrò tempo, tornerò a prendere in mano lo strumento». Info su www.rebusproject.it.

(Maurizio Busia)