THE IAN FAYS, The Damon Lessons (Homesleep / Audioglobe, 2006)

Che fine ha fatto l’appartamento parigino di Bianca e Sierra Casady, ora che Coco e Rosie sono impegnate a girovagare per il mondo con il loro bagaglio fatto di giocattoli e folk onirico?

A volte gli appassionati di musica si fanno domande stupide, ma immaginare cose irreali è il bello del gioco, e davvero non mi stupirei se fossero che le californiane Ian Fays le nuove inquiline dell’appartamento di “La maison de mon réve”. Immaginiamo la scena: le gemelle Lizz e Sara Fay in vacanza con le loro amiche Julia e Lena. Appoggiano gli zaini da backpacker, entrano nella cucina e la trovano popolata dagli spettri colorati e un po’ sinistri dei sogni altrui; indugiano, un attimo di silenzio, poi Lizz prende una chitarra acustica e ci suona sopra un giro armonico elementare. Le altre tre ragazze ascoltano in silenzio, e poi cominciano ad aggiungere poche pennellate di tastiera o qualche affettuoso disturbo creato da una groove box. Non serve altro a “The Damon lessons”, per essere il primo disco delle Ian Fays: canzoni di una linearità esemplare, che danno l’impressione di essere state catturate per caso, con il massimo dell’ingenuità.

Piccoli valzer per accordion e Casiotone (“The dance song”), la chitarra sfiorata timidamente come per timore di disturbare i vicini (“All the phones are broken…), un carillon scoperto per caso e lasciato suonare vicino al registratore sul finale di “The boyfriend song”, una voce sottile che ricorda una Stina Nordenstam senza alcun afflato jazz o la Cat Power più indifesa (nei raddoppi di “16 weeks”)…”The Damon lessons” è un disco fatto di piccoli particolari, che potrà apparire eccelso o meravigliosamente inconsistente a seconda degli stati d’animo.

Ma la storia ha bisogno di un finale. La vacanza a Parigi finisce, le quattro ragazze guardano la cucina, Sara raccoglie la polvere con un dito e la soffia via, e poi giocherella con uno sgangherato sampler. Il registratore è ancora acceso, raccoglie il delirio a 8 bit e poi viene infilato nello zaino. Le altre ragazze richiamano Sara, se non corrono perderanno il treno per Amsterdam. Un ultimo sguardo alla cucina, la luce si spegne. E i sogni di altre quattro ragazze popoleranno l’appartamento per un po’.

(attenzione: la storia potrebbe essere inventata. Forse.)

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