SONGDOG, The Time Of Summer Lightning (One Little Indian / Goodfellas, 2005)

Da queste parti saremo sempre grati alla One Little Indian, etichetta che in passato è stata capace di pubblicare dischi bellissimi come “Blackberry Belle” dei Twilight Singers o “The Heat” di Jesse Malin. Dispiace quindi ascoltare un lavoro come “The Time Of Summer Lightning” degli inglesi Songdog. Perché a sentir parlare di folk oscuro ispirato da Leonard Cohen e Joni Mitchell – come recita il sito dell’etichetta – si creano delle aspettative cui purtroppo non seguono contenuti all’altezza.

Tanto per essere chiari, questo non è un brutto disco, tutt’altro. Ma si bagna di un peccato mortale: è di una lunghezza estenuante. Sono dodici canzoni per ben settanta minuti di musica capaci di affossare anche le intuizioni migliori, le scritture più delicate e le canzoni meglio riuscite. Sì, perché ad un certo punto una “The Waitress From Yorkville, Toronto” cattura l’attenzione con il suo delicato arpeggio di pianoforte e la sua malinconia alla Bright Eyes, ma è un raro momento d’abbaglio in una lunga e buia galleria.

Eppure il gruppo non sembra dire boiate. Insomma, si sente l’eco di Leonard Cohen, la sua oscura impalpabilità e anche la sacrale ieraticità di Joni Mitchell. Ma la prolissità e l’eccessiva omogeneità dei brani sbiadisce un’opera folk nel complesso niente male, quasi come voler dire troppe cose senza riuscire a dar forma ad un concetto. Eppure le potenzialità ci sono. La capacità di scrittura anche. Ch

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