CHEAP TRICK, In Color (Epic, 1977)

Parlare del secondo album di questo gruppo di power-pop americano è molto rischioso, nel senso che si potrebbero usare iperboli probabilmente fuori luogo… I Cheap Trick sono sempre stati una band amata/odiata, proprio come il titolo completo del disco, “In color and in black & white”. Perfino il look del quartetto non faceva che accentuare in modo quasi pacchiano le contrapposizioni: Robin Zander (chitarra e voce) e Tom Petersson (basso) sono perfetti archetipi del rocker anni ’70, figo e tendente al maraglio, mentre il batterista Bun E.Carlos pare un incrocio tra un bancario e un nightporter e il chitarrista Rick Nielsen (mente del gruppo) un tipico fan del baseball.

Ma tornando alle iperboli suddette e alla passione che brucia le viscere, ci si può sbilanciare verso un’asserzione un po’ osè: “In color” suona come se Lennon/McCartney si fossero improvvisamente innamorati di chitarre aggressive ed atmosfere glam. Se il Divino Duo fosse stato ancora attivo nel ’77, perché non credere a questa possibilità. Ucronie a parte, le dieci tracce che movimentano l’LP originale sono francamente memorabili, testimoni di un processo creativo e sonoro irresistibile. Rare volte la melodia lineare è andata così d’accordo con la “potenza di fuoco” di questo quartetto americano, il quale si fregiava di un live-act eccezionale (179 concerti in tutto il 1977!) che si evidenziava palesemente anche nei momenti in cui i musicisti si ritiravano in studio.

E’ arduo districarsi tra canzoni baciate dalla grazia, dalla fortissima intro punk di “Hello there” alla regale leggerezza maccartiana di “I want you to want me”, passando dalla psichedelia accentuata di “Downed” al vertiginoso conto alla rovescia di “Clock strikes ten”. “In color” è un album di straordinaria freschezza, potenza e persuasione, che attinge ai nomi più nobili del rock pre-’77 (Stones, T.Rex, Kinks, Todd Rundgren, Beach Boys…) disegnando un suono altamente originale, nitido e libero. Cheap Trick al loro massimo, come probabilmente mai più nella loro carriera: to play it as loud as hell!

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