SOERBA, 1996 beside 2002 (Mescal, 2002)

Se per ogni disco fosse necessario dare un semplice voto, allora per questo ultimo lavoro dei Soerba, il giudizio non potrebbe essere superiore al 5 e mezzo. Perché? Perché “1996 beside 2002” è un album che comunica poco, e che non ha grossi acuti.

E’ un LP che contiene 4 brani inediti (fra cui “Un po’ d’aria” con la partecipazione di Lele Battista dei La Sintesi) e una selezione di 11 b-side. Insomma, non è un “the best”, ma semmai un “the rest” che raccoglie alcune delle canzoni finora pubblicate dal duo Urbani-D’Amora solo nei cd singoli.
“1996 beside 2002” è un album di musica elettronica suonata per lunghi tratti molto bene, ma troppo “fredda” e monotona nonostante le sue aspirazioni pop. E’ un disco difficile da ascoltare tutto d’un fiato, mentre si fa apprezzare se preso a piccole dosi.
L’album si apre con “Oggi non ho fatto niente”: il suono è molto simile ad alcune fortunate produzioni dei Depeche Mode, ma quando ti aspetti l’ingresso vocale di David Gahan o Martin L. Gore, ecco invece la voce di Luca Urbani, che ha un pregio ed un difetto evidente al tempo stesso. Il pregio: è molto particolare, e le parole che contengono la “erre” escono con un suono strano. Il difetto: spesso è monocorde, non emoziona, ed a volte sembra voler rincorrere con troppa insistenza quella di Franco Battiato.
Tre degli undici brani cantati vedono alla produzione Marco “Morgan” Castoldi dei Bluvertigo. Uno di questi brani è l’hit “I am happy”, che nel 1998 balzò (inaspettatamente) al primo posto della classifica delle canzoni italiane più trasmesse dalle radio. Nel disco è proposta in una versione da spiaggia, cioè chitarra acustica, voci e battito di mani. Una carina divagazione sul tema.
Le ultime quattro tracce del disco sono strumentali, hanno titoli simili a codici e lasciano aperto un grosso interrogativo: perché inserite alla fine dell’album e non tra le canzoni dell’LP? Una scelta decisamente poco felice, dal momento che avrebbero potuto dare all’album una fruibilità maggiore se collocate qua e là piuttosto che in coda.
In conclusione: “1996 beside 2002” è un disco che oscilla fra la sufficienza risicata e l’insufficienza appena abbozzata. E’ un disco di elettronica: tecnicamente fatta bene ma troppo ripetitiva e stantia. Per quanto riguarda i testi, predomina il “no-sense”, come in “Mi avveleno la testa”: la terra fra pomodori e stimolanti \ sedere semplicemente e bere \ fragilmente abbaiare \ o semplicemente abbaiare \ con occhi luminosi \ con fame travolgente alimentare l’insegnamento \ o semplicemente avvelenare la terra.
L’ultimo appunto è per il lavoro grafico del booklet: spartano (testi scritti al computer e con note a mano), ma tutto sommato pregevole nella sua apparente semplicità.

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