FUN LOVIN’ CRIMINALS, Loco (Chrysalis/EMI, 2001)

New York, bianchi di NYC. Ispanici, d’origine, ma americani. Cercate altrove el mariachi insomma, qui non è passato. Dai FLC non avrete musica dal barrio, e scordatevi lo spanglish. Addirittura di primo acchitto, sentendo comunque la provenienza latina, avevo pensato a italoamericani. Tra punk, rap, country, sotto un ombrello pop, degli strani italoamericani. Così, per certe melodie alla Frank Sinatra…
Già, melodie vecchio stile per uno stile musicale personalissimo. Il gusto per i lenti caldi e profondi, circondati da un muro di drums. Drums and guitars. Guardate, sono la versione nobile dei Crazy Town. Hanno mischiato pop e rap, con il pick sul pop. Il rap, la musica hip hop, è un valore aggiunto che non impedisce ai FLC escursioni musicali fin dentro al country. Di generi comunque qua dentro ne troverete finché volete. A meno che non siate fan del di classic rock, alla Led Zeppelin per intenderci. Ma anche alla REM, U2… I FLC sono ben diversi dal pop/rock standard. Internazionale, diciamo. Li rende diversi la vena etnica che è il sange stesso di “Loco”. Scorre in ogni pezzo, dal più rap al più rockabilly.

Vechio stile, latino, country. Poi hip hop, il crossover. E una sensazione latente di genuinità provinciale per nulla fastidiosa. Anche piacevole, se accetterete il viaggio di questi paesanotti dentro la Grande Mela. Ma se ancora non saprete decidervi, procuratevi “Microphone Fiend”. La traccia numero otto, ma per chi bazzica l’hip hop semplicemente il capolavoro. Si tratta di una cover di Rakim, aka The God. Uno dei pezzi migliori di Rakim, e quindi uno dei pezzi migliori della musica tutta. Un classico che ripreso da questo trio di visi pallidi mostra ancora fauci e zanne. Non l’hanno stravolto. Gli hanno lasciato la vecchia base e la stessa ritmica. Ci hanno solo aggiunto la loro voce e un tappeto di chitarre, trombe e quant’altro. Un buon lavoro, e un bel coraggio. Mica facile misurarsi con una cover così, e farci pure bella figura. Ne viene un biglietto da visita di prestigio, e la perla capace di giustificare qualsiasi album. “Loco” non avrebbe bisogno di una spinta simile, ma male non fa. E comunque la pensiate, questa perla dovete procurarvela. Davvero, è un piacere che non potete negarvi.

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