Il ritorno dei Drink To Me ci regala un altro grande disco affrontato con originalità e coraggio.
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[ di Francesco Giordani ] La band milanese plasma il proprio songwriting secondo canoni classicamente atteggiati, piegando melodie e dinamiche al servizio di una buonissima verve esecutiva.
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[ di Francesco Giordani ] i Tindersticks di Stuart Staples, dopo venti anni di carriera intensissima, si confermano giganti assoluti del pop internazionale più raffinato, con un disco che non offre nessuna via di fuga, oppure che ne offre infinite, languido e notturno.
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[ di Francesco Giordani ] Dopo un periodo piuttosto lungo di culto internautico serpeggiante, la nuova moda impone di sbeffeggiare a cuor leggero la ragazza. La realtà è che “Born To Die” somiglia a Lana Del Rey, e si lascia ascoltare per quello che è, ovvero un compromesso imperfetto tra mainstream milionario e “angst” indie.
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[ di Francesco Giordani ] A bordo della sua feluca, commerciante di magiche spezie e venditore al dettaglio di incanti voodoo, Mockasin traccia la rotta di un viaggio solitario e senza meta, da Bahia alla Nuova Caledonia, via Shangai.
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[ di Francesco Giordani ] Il quinto album di inediti del quartetto synth-pop è un’opera densa e monolitica. Forse non saranno “The best of the english pop music”, come pure ha sentenziato Brian Eno, ma scrivetela voi una canzone come “Runaway” .
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[ di Francesco Giordani ] Cara Valentina Lodovini, non so esattamente perchè ti scrivo una lettera d’amore in forma di recensione (o una recensione in forma di lettera d’amore).
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