[#tbt] Torniamo al futuro?

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Domani è il 21 ottobre 2015, la data in cui Marty McFly e Doc vanno nel futuro in “Ritorno al Futuro 2”. Quale migliore occasione per fare un [#tbt] preventivo anche se non è giovedì? E di argomento cinematografico-musicale stavolta, vamolà.

“Back To The Future” è un’istituzione del cinema degli ultimi 40 anni: un film leggero ma con risvolti importanti (le conseguenze delle nostre azioni, un po’ come era in “La vita è meravigliosa”), particolarmente ricco di fantasia ed ironia, con degli splendidi attori in formissima e perfetti per i ruoli (vedasi i primi spezzoni girati con Eric Stoltz al posto di Michael J. Fox, rinvenibili su YouTube, in cui le scene non funzionano come con l’attore di “Casa Keaton”). E con una colonna sonora e riferimenti musicali molto ricchi, forse di più di quello che si potrebbe pensare se non si è particolari conoscitori della serie.

In primis, la vera e propria soundtrack del 1° episodio, in cui spiccano certamente le due song di Huey Lewis and the News (in particolare “Power Of Love”), ma con anche qualche chicca, come ad esempio la song “Earth Angel”, una vecchia b-side del ’54 dei Penguins che Robert Zemeckis utilizza per il ballo “Incanto sotto il mare” (nella versione di Marvin Berry and the Starlighters). Come non ritrovare, in quelle note, il gusto molto attuale di Leon Bridges? E se l’episodio di Eric Clapton (“Heaven Is One Step Away”) è invece una canzone da dimenticare (nel film viene utilizzata come radiosveglia di Marty), da ascoltare e riascoltare è invece – nemmeno da dire – il tema portante del film, opera di Alan Silvestri. Un classico fin da subito che ha reso indelebile quelle scene, come le musiche di John Williams e di Vangelis hanno contribuito a rendere immortali film come “Guerre Stellari”, “Indiana Jones” o “Blade Runner”.

Nel 2° episodio memorabile è il “Café 80”, una riproduzione dei bar degli Anni Ottanta nel futuro (2015, appunto), dove parte da un juke-box “Beat It” di Michael Jackson. E dove il barista è Max Headroom, indimenticato primo dj virtuale (nonché protagonista del video di “Paranoimia” degli Art of Noise nel 1986).

E, infine, le partecipazioni di artisti: gli ZZ Top appaiono in carne e barba nel 3° episodio, a suonare “Doubleback” in una festa paesana ai tempi del West, mentre Flea dei Red Hot Chili Peppers è – per i più distratti – Needles, membro della banda di Biff.

Io tornerei sempre al futuro, quando parte il film e lo intravedo per caso in televisione non posso non finire di rivederlo tutto, per la duecentesima volta. Stavolta non mi interessa che domani sera la pellicola tornerà nelle sale per un’unica occasione: ora – giunto nel futuro di Zemeckis e constatato che la realtà è sempre meno poetica della fantasia – l’unica mia sensazione è quella di essere orfano di quel futuro.

(Paolo Bardelli)