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7. Channel Orange di Frank Ocean in vinile
Channel Orange, album d’esordio ufficiale di Frank Ocean, è finalmente disponibile in vinile in una versione con doppio LP. L’artista statunitense aveva promesso l’edizione in vinile sei anni fa: non si può dire che non sia stato di parola.
6. La reunion dei Maccabees con due dischi in vinile
Sempre a proposito di vinili, gli storici indie rockers hanno deciso di celebrare la loro recente reunion con un’edizione speciale di “Colour It In” e “Given to the Wild”, rispettivamente primo e terzo album in studio. I Maccabees saranno in tour in Irlanda e Regno Unito nel mese di agosto e chiuderanno l’estate da headliner a Londra per l’All Point East.
5. Una band con centinaia di migliaia di ascolti mensili su Spotify potrebbe non esistere
I Velvet Sundown sono un quartetto di recente formazione che vanta circa mezzo milione di ascoltatori mensili sulla più popolare piattaforma digitale… ma potrebbero non esistere. Ci sono diversi elementi a supporto della tesi secondo cui si tratta di una AI-Band: le foto dei membri del gruppo sembrano generate da software, ma anche il sound psych rock vagamente retrò dà la sensazione di essere il prodotto di un programma pensato proprio per la produzione di brani musicali attraverso dei prompt. Non li stavate aspettando in tour, vero?
4. La release radar della settimana
Non la settimana più ricca in termini di nuove pubblicazioni, ma – come sempre – il materiale interessante non manca. Lo scorso venerdì sono arrivati i nuovi album di Kevin Abstract (“Blush”) e BC Camplight (“A Sober Conversation”), poche ore fa anche quelli di Rival Consoles (“Landscape from Memory”) e Kae Tempest (“Self Titled”). In settimana, Nilüfer Yanya ha pubblicato l’EP “Dancing Shoes”, ma c’è stato anche il sorprendente ritorno dei Public Enemy: “Black Sky Over The Projects: Apartment 2025” è stato reso disponibile sul Bandcamp ufficiale della band e per qualche giorno è stato possibile acquistarlo con una qualsiasi offerta sempre tramite la piattaforma.
3. La musica, la politica, la libertà d’espressione
Si è chiusa la settimana del Glastonbury, il festival più importante d’Europa – l’anno prossimo in pausa per il maggese, come da tradizione – con una clamorosa coda polemica. Da un lato, i (nord)irlandesi Kneecap hanno nuovamente espresso posizioni di sostegno alla causa palestinese e parlato di contrasto al colonialismo con riferimenti alla storia di Irlanda e Irlanda del Nord, intonando anche cori contro il primo ministro britannico Keir Starmer; dall’altro, i Bob Vylan hanno coinvolto il pubblico in cori contro l’IDF, ovvero l’esercito israeliano, accusando espressamente di parzialità la BBC, broadcaster ufficiale dell’evento. Mentre diversi artisti – fra cui Lambrini Girls, Soft Play e Amyl and the Sniffers, ma anche i Massive Attack via social – hanno appoggiato i colleghi protagonisti sui palchi del Glastonbury, la polizia ha avviato delle indagini e la BBC ha fatto sapere che non intende trasmettere in futuro esibizioni considerate potenzialmente “divisive”. Ecco: comunque la si pensi sul tema, non sono esattamente grandi giornate per la libertà di espressione.
2. I Pulp al Glastonbury, (non troppo) a sorpresa
Sarebbe ingeneroso (e ingiusto) parlare solo dei risvolti polemici del Glastonbury. Sono successe molte cose belle, ci sono stati diversi momenti che si potrebbero definire wholesome con un linguaggio molto internettiano. Tra questi, il concerto dei Pulp: formalmente non annunciato, Jarvis Cocker e compagni hanno occupato uno degli slot TBA sul Pyramid Stage, a trent’anni dall’ultima volta.
1. Olivia Rodrigo insieme a Robert Smith
Restiamo nel Somerset, restiamo idealmente al Glastonbury. Olivia Rodrigo ha chiuso il programma sul Pyramid Stage da headliner e ha invitato sul palco il frontman dei Cure Robert Smith. Dopo averlo definito “un suo eroe” e “probabilmente il miglior songwriter inglese”, un duetto in cui sono arrivate “Friday I’m in Love” e “Just Like Heaven”, quest’ultima coverizzata anche da Gracie Abrams nello stesso festival.