[IT-alien] Emmecosta, da Positano alla Scandinavia ai confini della notte

La storia del trio italo-svedese EMMECOSTA inizia nel 2015, quando Claudio Pallone, Alfonso Fusco e Aldo Axha incrociano i loro destini a Göteborg, dando avvio a una collaborazione che unisce percorsi personali e stili musicali diversi. Dopo la pubblicazione nel 2016 dellEp “Untied”, a cui nel 2017 è seguito “Velour”, il prossimo 14 aprile per l’etichetta svedese Icons Creating Evil Art (ICEA) è attesa l’uscita dell’album d’esordio “Overnight“.

La scrittura del disco coincide con un ulteriore passo in avanti della band che ha in parte deciso di tornare in Italia (i componenti sono originari di Positano) e fare di Milano la propria nuova sede.

Dall’incontro tra la componente scandinava, i suoi paesaggi dilatati e la ricerca di solitudine e, al contrario, la concitazione della metropoli, nasce la scrittura delle dieci tracce dell’album. Se per i precedenti lavori la stampa internazionale aveva coniato la definizione di post-club tropical indie soul, “Overnight” accentua la tendenza a percorrere scenari emotivi in connessione con un vasto campionario di suoni ambient, rilassatezze chillout, bass synth e voci vellutate, avvicinandosi, come nel caso di “Laek” al folk. Gli altri tre brani che anticipano l’album sono “Effort”, “White River” e “UmaybeU”.  Filo conduttore, come si evince dal titolo, è la notte con tutto il suo fascino misterioso, in particolare il momento in cui si torna verso casa dopo una serata trascorsa fuori.

Il videoclip di “Effort”, diretto da Christian Szczerba, è avvolto da atmosfere urbane notturne e surreali, tra creature degli abissi e cavallucci marini che volteggiano nell’aria. Sospesa in un ritmo cadenzato e malinconico è “UmaybeU”, caratterizzata da voci effettate. Intensa e delicata, “White River” predilige invece il versante cantautoriale e l’accompagnamento del pianoforte.

Un equilibrio raggiunto, quello degli Emmecosta, tra il freddo delle latitudini nordiche e la capacità di dare voce alle emozioni che scaldano il cuore.

(Eulalia Cambria)