Viviana D’Alessandro Awards 2021

I MIGLIORI 10 DISCHI DELL’ANNO

10. Squid, Bright Green Field (Warp)

Avevamo molto da aspettarci dall’Inghilterra quest’anno e le nostre aspettative non sono state deluse. Post-punk frenetico che bilancia i ritmi motorik da krautrocker anni ’70 alla sua anima più propriamente pop.

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9. Maria Arnal i Marcel Bagés, CLAMOR (Fina Estampa)

Creature mitologiche, simpatici animaletti sibilanti, resistenza interspecie. Il mio disco pop dell’anno ha come “specie compagne” delle mostruosità ultraterrene che provengono direttamente da un quadro di Bosch, tanto strano e sperimentale quanto squisitamente melodico. Mutant-pop, dicono loro. E noi sottoscriviamo.

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8. Arab Strap, As Days Get Dark (Rock Action)

“I don’t give a fuck about the past, our glory days gone by / All I care about right now is that wee mole inside your thigh” – difficile trovare un’opener migliore quest’anno. Il grande ritorno del duo scozzese è costellato di groove, desideri e disperazione in salsa indietronica. Immortali come sempre, gli Arab Strap risorgono dalle tenebre.

7. Little Simz, Sometimes I Might Be Introvert (AGE: 101 Music)

Killer flow, orchestral-rap da paura e una prospettiva intestina promuovono il sophomore album della rapper londinese a pieni voti.

6. Low, HEY WHAT (Sub Pop)

“In questa poetica del frammento, dove le voci sono a tratti armoniose e a tratti cifrate, quasi indistinguibili tra loro e dal fiume di fuoco che le avvolge, percepiamo vibrazioni, scosse, frequenze disturbate e chitarre sofferenti che, come in Double Negative, rendono il minimalismo del gruppo foriero di esperienze rare e di sensazioni contrastanti e potenti.” (Samuele Conficoni)

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5. Black Country, New Road, For The First Time (Ninja Tune)

Nessuna sorpresa qui, l’esordio dei Black Country, New Road è stata la mia via d’accesso a Kalporz e al 2021 in generale, musicalmente parlando quantomeno. Riff prepotenti e una voce narrante fuori dal comune (Isaac Wood) danno finalmente vita al famoso free jazz punk inglese di Battiato.

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4. Tomaga, Intimate Intensity (Hands In The Dark)

L’ultimo album dei Tomaga è marcato dalla morte prematura di Tom Relleen, deceduto nell’agosto dello scorso anno. La batteria di Valentina Magaletti è il motore portante del disco, ma il tocco magistrale di Relleen estende il materiale percussivo avvolgendo il nucleo elettronico e intimo dell’album con un’estetica classica più tenue. È un lavoro di finitezza e immensità.

3. For Those I Love, For Those I Love (September Records)

“I have a love, and it never fades” – Ma l’amor mio non muore. David Balfe esorcizza il lutto per l’amico Paul Curran, parte del collettivo punk irlandese “Burnt Out” e suicidatosi nel 2018, fra euforia rave, campionamenti garage e uno spoken-word pungente.

2. The Armed, ULTRAPOP (Sargent House)

Il quarto album dei The Armed è un perspicace gioco ironico volto ad amalgamare i detriti più sporchi del pop con il math-core sfrenato.

1. Nala Sinephro, Space 1.8 (Warp)

La Warp Records chiude in modo uroborico la mia top 10 di fine anno. L’esordio della musicista belga-caraibica Nala Sinephro è un jazz mistico e riflessivo che si estende in otto tracce – o, meglio, otto “spazi” – spesso beatless, costellate da arpe e tastiere che ricordano la trascendenza spirituale della musica di Alice Coltrane o di Pharoah Sanders. Il risultato finale però è tutto fuorché cosmico ed espansivo: è un lavoro “terapeutico”, di cura interiore, sia per Sinephro stessa che ha composto l’album mentre stava attraverso una grave malattia, sia per l’ascoltatrice che ne ricava l’esperienza intimista di un lavoro ambient, solitario e introverso. Per quello che vale, è il mio disco dell’anno.

HONORABLE MENTIONS

William Doyle, Great Spans Of Muddy Time (Tough Love)
The Weather Station, Ignorance (Fat Possum)
JPEGMAFIA, LP! (Republic/EQT)
Tiziano Popoli, Burn The Night/Bruciare La Notte: Original Recordings, 1983-1989 (RVNG Intl./Freedom To Spend)
GNOD, La Mort Du Sens (Rocket Recordings)
Iglooghost, Lei Line Eon (Gloo)
black midi, Cavalcade (Rought Trade)
Lingua Ignota, SINNER GET READY (Sargent House)
NYX & Gazelle Twin, Deep England (NYX Collective Records)
Divide and Dissolve, Gas Lit (INVADA Records)
Injury Reserve, By the Time I Get to Phoenix (Self-released)
Madlib, Sound Ancestors (Madlib Invazion)
Moor Mother, Black Encyclopedia of the Air (Anti)
Sega Bodega, Romeo (Nuxxe)

I MIGLIORI EP DELL’ANNO

LSDXOXO, Dedicated 2 Disrespect EP (XL Recordings)
Emma Ruth Rundle & Thou, The Helm Of Sorrow (Sacred Bones)
Kero Kero Bonito, Civilisation II (Polyvinyl)
Mannequin Pussy, Perfect (Epitaph)
Yves Tumor, The Asymptotical World (Warp)

LE MIGLIORI CANZONI DELL’ANNO

Una playlist di 190 brani, c’è da perdersi per ore.

I MIGLIORI CONCERTI DELL’ANNO

Tanti annullamenti, tante delusioni (sì, Black Country, New Road, mi riferisco soprattutto a voi) ma qualcosina sono riuscita a vederlo.

Iosonouncane @ Locus Festival, Locorotondo, Agosto 2021
Storm{O} @ Scugnizzo Liberato, Napoli, Ottobre 2021
Iglooghost @ Klang, Roma, Novembre 2021

COPERTINA DELL’ANNO

Arab Strap, “As Days Get Dark”. Il dipinto in copertina è A Noite com os gênios do Estudo e do Amor (“La Notte con i geni dello Studio e dell’Amore”) del pittore brasiliano Pedro Américo.

Grafica: Marco Gilli

Un saluto speciale a SOPHIE e a Franco Battiato.

(Viviana D’Alessandro)