HIS ELECTRO BLUE VOICE, “Mental Hoop” (Maple Death Records/Iron Lung Records, 2017)

Il progetto del comasco Francesco Mariani si aggiorna di un nuovo lavoro sulla lunga distanza a due anni dallo split con gli Havah – che segnava la prima uscita discografica della Maple Death di Jonathan Clancy – dopo l’esperienza con Sub Pop per “Ruthless Sperm”, e precedentemente Sacred Bones. Con un organico completato da Andrea Cantaluppi alla batteria e Nicola Ferloni al basso in sede live, His Electro Blue Voice è tornato a seminare vento e raccogliere tempesta: dentro a queste storie di ratti, scheletri ghiacciati e vermi si respira un’aria malata e claustrofobica à la “Nineteen Eighty-Four” di George Orwell.

Hardcore e motorik sono i generi predominanti di “Mental Hoop” se si fa eccetto dei dodici minuti finali di “Onieut”, capolavoro industrial dalle marcate venature psichedeliche. La ripetitività nei giri di basso e nel drumming non tolgono dinamismo e inventiva alle canzoni di Mariani, pittore free form di una tela scura con i suoi riff killer e synth apocalittici, in una tensione crescente e spesso vincente. Troviamo così nel disco la violenza di “Ice Skull”, che sembra un pezzo dei Cure suonato dai Big Black; l’apocalisse cyber-punk in stile Alec Empire di “Scum Rat” oppure la proto-techno tinta di shoegaze di “Crystal Mind”. Se “The Wizz” è un episodio che non avrebbe sfigurato proprio in “Isolation Culture” degli His Clancyness, “Earthworm” vince l’Oscar per traccia più minacciosa registrata fino ad oggi da His Electro Blue Voice, in un riuscito cocktail di Ministry e Stooges sprezzante anche nell’interpretazione vocale. Lascio l’ultima parola alla stessa etichetta bolognese, nella descrizione di “Mental Hoop” che riporto di seguito: “You’re stuck in a rut, an existential routine that dawns on you every morning invading every corner of your mind, an inch of life worth living through the lens of a tallboy with the sound of mainstream television or static noise in the background? Mental Hoop is a precise answer, an almost rigid foray into one’s internal daily battles, a state of mind you just start dealing with, a circular piece of metal you learn to circumnavigate.” Una visione della realtà tramutata nel rock’n’roll dei nostri tempi (bui).

Tanta carne al fuoco che Mariani dovrà sapientemente cucinare anche dal vivo, questa appare l’unica vera sfida da vincere per His Electro Blue Voice.

75/100

(Matteo Maioli)