CRISTINA DONA’, “Torno a Casa a Piedi” (Emi, 2011)

Una carriera di tutto rispetto e un nuovo, fresco e variopinto album. E’ Cristina Donà, con il suo ultimo “Torno a casa a piedi”, album uscito in questo 2011 per la EMI, tutto teso ad affermare nuove tinte cromatiche sonore. L’intero album è stato realizzato con la collaborazione di Saverio Lanza, musicista e produttore, una novità che ha evidentemente influito in maniera positiva. Fin dal primo ascolto ci si rende conto della svolta verso una stile personale, intimo e più maturo: dieci tracce che raccontano e narrano tramite immagini. Gli arrangiamenti e i testi diventano infatti la cinepresa privilegiata per raccontare piccoli frammenti di vita quotidiana, interiore ed esteriore. Cristina Donà torna dopo tre anni da “La quinta stagione”, e porta con sè l’inedita esperienza di essere mamma, testimoniata da pezzi come “Bimbo dal sonno leggero”, e che attraversa in qualche modo tutto l’album sottoforma di un qualcosa che separa il prima dal qui ed ora. L’album si apre con il primo singolo estratto “Miracoli”, esplosione bandistica gioiosa di arrangiamenti sapientemente dosati fra archi e fiati. Una freschezza che ritroviamo anche in pezzi più quieti, come “In un soffio”, caratterizzata da un riuscito swing. Gli scenari in generale sono quelli della quotidianità metropolitana i cui suoni e pensieri si riversano in “Giapponese (l’arte di arrivare a fine mese)”, uno dei pezzi più innovativi dell’album, con un’elettronica che fa da scenografia al canto ironico della Donà. Ironia e poesia del quotidiano quindi, ma anche una presa di posizione rispetto al mondo e di conseguenza allo stile musicale. E’ un tornare a casa a piedi per “rallentare e per cogliere meglio le sfumature di una realtà che spesso ci sfugge”. Chiude il disco un’avvolgente ballata al tramonto, “Lettera a mano”, testimonianza di dubbi e paure che sembrano sopravvivere alla vibrazione positiva che invece permea l’intero lavoro. A smentirla forse, la ghost track: piccolo frammento di canto riappacificatorio. Un buon disco che riesce a disegnare armonie musicali e concettuali.

75/100

(Eleonora Ferri)

7 Marzo 2011

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