Intervista a Giorgio Canali

Le sue canzoni, quelle vecchie come le nuove, scolpiscono un’immagine da rocker solitario e scorbutico, al quale sarebbe meglio non fare troppe domande. E anche quando qualcuno prova a fargliele, l’immagine rimane la stessa: s’indispettisce, sghignazza e sgattaiola fuori dal tema. Ma Giorgio Canali è sempre Giorgio Canali e con quella faccia da klauskinski che si ritrova può dire tutto quello che gli pare. Tant’è vero che lo dice…

Non te lo ricorderai, ma promuovendo il tuo penultimo disco “Tutti contro Tutti” mi avevi detto di aver scritto le liriche solo dopo che gran parte delle musiche erano già state terminate. Come ha funzionato questa volta l’interazione tra musica e parole? Che ruolo giocano i membri dei Rossofuoco nella composizione e nella messa a punto dei pezzi?

Durante la tournée di “tutti contro tutti” avevamo deciso di scrivere un nuovo album subito, per farlo uscire l’anno seguente, il 2008, così durante l’inverno mi sono messo avanti e, con l’aiuto di Claude al basso, ho buttato giù con la chitarra un pugno di idee che sono subito diventate canzoni complete di testo. Metà dell’album era lì, poi in primavera abbiamo fatto una sessione di improvvisazione registrata a Bassano nello studio di Stefano Dal Col (chitarra di Frigidaire Tango e amico di vecchia data) e la settimana dopo, con il solito metodo della scrittura delle parole alla fine della strutturazione delle canzoni, c’era anche l’altra metà. A giugno l’album era pronto per uscire… Poi mi sono reso conto che se avessi voluto seguire tutta la tournée de “le luci della centrale elettrica”, cosa che poi ho fatto, non avrei potuto occuparmi di rossofuoco e il master è finito nel cassetto fino alla primavera di quest’anno.


Nella nuova “Rifugi d’emergenza” liquidi tanto il cantautorato impegnato quanto la “merda di tendenza” e lo fai al suono di un bel chitarrone robusto. Premesso che credevamo che almeno De Andrè ti garbasse, non riesci proprio a vedere un rifugio musicale diverso da quello che ti offre il rock?

Vorrei solo puntualizzare che la ragione del mio lagnarsi non è la musica cantautorale in quanto tale o la merda di tendenza che appare e scompare in un soffio sulle e dalle copertine dei giornali specializzati… in quella canzone mi lamento solo della monotonia ossessiva delle colonne sonore di quel pajo di bar dove di solito vado a compiere i miei piccoli suicidi quotidiani… anche i capolavori di De André, se li senti ogni sera alla stessa ora, ti fanno nascere la voglia di uccidere i passanti… se un giorno mi troverete sulla cronaca nera, saprete di chi è la colpa…. non parliamo poi dei bar dove si ascolta solo reggae o ska… lì non ci entro nemmeno…


E’ da tre dischi ormai che stai di casa alla Tempesta: un record per un “irrequieto” discografico come te. Cosa ti piace del lavoro di Enrico Molteni e soci?

La mia musica non ha mercati appetibili e con i ragazzi della tempesta le cose si fanno per amore e passione… uscire per la tempesta, per un musicista, è un po’ come scambiarsi la stretta di mano segreta del real ordine del Bufalo d’acqua per Fred Flinstone e Barney Vattiallapesca…. Ci sentiamo fighi e speciali… e mi sa che lo siamo, ehehehheh….

Lungo la tua carriera con i CSI prima e i PGR poi abbiamo imparato a conoscere un Canali più “ingegnere” del suono che non chitarrista rock. Questa tua parte più “di ricerca sonora” è destinata a morire con la morte dei PGR?

Mah…. mi sa che con la chiusura di PGR, l’unica cosa che può morire , è quel gorilla che di solito porta sulle spalle chi sa di essere legato per contratto ad una multinazionale… Devo precisare che, prima Polygram, poi Universal non mi hanno mai impedito di far le mie cose fuori dal contratto e che con loro ho sempre goduto del massimo di libertà artistica e anzi colgo l’occasione per ringraziare tutti, lì dentro, per gli anni di lavoro insieme però… ora sono libero sul serio 🙂


A proposito dei PGR, perdonerai l’ingenua curiosità se ti chiediamo com’era la convivenza tra te e Ferretti e soprattutto cosa si prova musicare le parole di qualcuno che scrive cose di segno diametralmente opposto alla tue. Qualche impressione di “autotradimento”?

Il problema è tutto vostro 🙂
Mi sentirei molto più responsabile di autotradimento se andassi, ad una qualsiasi delle prossime consultazioni, a mettere una X sul nome di tal Franceschini Dario, ferrarese e che, quando sono venuto qui a Ferrara a vivere una decina d’anni fa, era il “nemico”.. 🙂 vaffanculo….


Un piede nel passato e uno nel futuro. Il tuo protetto Vasco Brondi ha conquistato il favore della critica e del pubblico indipendenti. Credi che abbia una strada di fronte a sé? Lui è sempre molto naive a riguardo…

Vasco è molto meno naif di quanto voglia far credere, ne stupirà molti quando se ne uscirà con un secondo album, ci scommetto migliore anche del primo, cosa che, secondo certa critica, è un’impresa molto ardua, quasi impossibile…


Tra i giovani rocchettari, sappiamo che conosci (e apprezzi) anche i Ministri. Hai qualche altre nome che vorresti aggiungere alla lista dei suggerimenti? Pensi che sarà possibile per chi inizia adesso fare rock come l’hai fatto tu con dischi, tourneè e tutto quanto?

Mi fa un po’ incazzare sta domanda, contiene lo spirito del “consumismo” di merda, c’è un sacco di roba buona in giro, basta aprire il mio myspace e cercare fra gli amici… c’è un sacco di musica buona da un sacco di tempo ma nessuno (o solo qualche palato fine) se la incula, mi viene in mente per esempio Atletico Defina, http://www.myspace.com/atleticodefina solo perché ho finito di lavorare con Pasquale all’ultimo album pochi giorni fa… oppure gruppi come Bava http://www.myspace.com/bavabava , non certo formati da sbarbi… hattori hanzo http://www.myspace.com/hattorihanzomusic che esistono, fanno dischi belli ma poi?
Vogliamo sempre sangue giovane, verginità musicale… vabbè ascoltati dondolaluva: http://www.myspace.com/dondolaluva questi sono relativamente “vergini”, ma non invitarli a cena fuori… ti faranno fare brutta figura:)

LeLuciDellaCentraleElettrica non sono certo il tuo primo “prodotto”. Oltre ai lavori con le tue band sei stato dietro la cabina di regia di Timoria, Verdena, Bugo, Virginiana Miller, Noir Desir, Santo Niente, Yo Yo Mundi…tutte realtà di un certo peso nel loro ambiente. Come scegli i tuoi polli?

Faccio solo ciò che mi piace e siccome i miei gusti non vanno d’accordo con quelli della gente in generale, fra quelli che ho seguito, sono molto di più i progetti che non hanno mai avuto visibilità di quelli che hanno avuto un po’ di fortuna:)


Parlando di Noir Desir, Bertrand Cantat è uscito da due anni da prigione e ha già pubblicato un paio di brani con il gruppo. Senza volerti strappare giudizi troppo delicati, che idea ti sei fatto della sua situazione? Credi che tornerà a incidere e girare con la band?

Spero vivamente di sì… mi manca, mi mancano…


Da un po’ non ti si sente più cantar francese: visto come girano le cose, qui come oltralpe, sei ancora dell’idea che trasferirsi in Francia sia una buona soluzione?

Il problema non è circoscritto in un confine… il confine poi si è spostato a sud e ad est… e mi riguarda relativamente.


Quando tutto questo bel baraccone di tette, culi e onorevoli che ti ostini a cantare crollerà rovinosamente su se se stesso, che musica risuonerà nell’aria?

Vincerà il rock, quello vero… tipo le canzoni di merda del liga …. eheheheh