LUNA, Best Of Luna (Rhino / Self, 2006)

Ci hanno abbandonato anche loro, nel silenzio di diciotto mesi fa con un ultimo concerto a New York. Una quindicina d’anni di onorevolissima carriera da alfieri dell’undergound americano, così come i Galaxie 500 di cui Dean Wareham è stato co-fondatore, finiti così. La retrospettiva che ne riesamina le gesta attraverso diciassette episodi non poteva restare nell’ombra. Basta già una vita trascorsa lontana dai riflettori, come accade per troppi gruppi, a compiere un’ingiustizia nei loro confronti per cui nessuno pagherà mai. Parlare di questo disco in questi tempi dell’anno acquista ancora più senso. L’estate è finita, le vacanze ormai alle spalle, le giornate sempre più corte e buie. Il senso di malinconia che viene pensando a quanto ci si è lasciati indietro si sposa alla perfezione con le curatissime chitarre e gli assoli che conservano fieramente il marchio di qualità della band “genitrice” di Boston.

Avere nelle orecchie questa musica sognante mentre cerco di prendere sonno mi fa solo venire voglia di stare alzato e continuare ad ascoltare questi gioielli a più non posso. La tripletta che apre il disco è da consegnare alla storia e nessuno mi contraddica. “Moon Palace” è una partenza di sconvolgente forza emotiva e non è da meno la morbidissima “California” che è veramente la colonna sonora ideale di fine estate. L’assolo di “Anesthesia” è quanto di più americano (parlando di indie, come per gli Yo La Tengo) ci sia. Sentire pezzi del genere ti ricorda che è bellissimo divertirsi ballando l’elettronica ma le emozioni che ti regala la chitarra sono, per me come per molti altri, impareggiabili. Specie se parliamo di chitarre che non fracassano i timpani. Della serie, viva J Mascis ma ogni tanto un volume tranquillo fa anche bene. Vi basti questo.

E’ proprio il caso di dirlo: sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Pensare che non potrò mai vederli o che un pilastro della musica indipendente come Wareham magari non farà più dischi è deprimente. Malgrado i Luna non abbiano mai stravolto il mercato musicale, potranno, con questa raccolta, incidere almeno sulla vostra vita. E di pezzi tra cui attingere, già solo qui, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Fatevi del bene e non dimenticateli.

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