BECK, “The Information” (Interscope / Universal, 2006)

Ora come ora è davvero difficile essere Beck. La gente continua ad aspettarsi cose fantastiche, capolavori, stravolgimenti. Insomma, cose che forse non arriveranno mai più. I dischi di Beck restano opere cariche di aspettative e di attese – chissà cos’avrà fatto questa volta? – ed è già un paio di volte che si rimane delusi. Ora, fare peggio di “Guero” è impossibile, anche perché “The Information” mica è brutto. Solo che dopo averlo ascoltato non ti rimane niente. Ti guardi in giro e dici: “Sì ok, ma poi? Cosa c’è dopo, concretamente?”. Assolutamente niente, o comunque poco. Il Beck-pensiero sembra essersi esaurito.

L’idea è che non sia riuscito a sopravvivere alla fine degli anni ’90: i suoni sono quelli, non c’è niente da fare. Eppure Nigel Godrich cerca una direzione, una via di fuga, una salvezza. Ma non arriva, forse perché il materiale su cui lavorare non è di prima qualità. O forse perché effettivamente bisogna ammettere la dura realtà. Ovvero che Beck è un figlio del suo tempo, legatissimo e certe idee, certe sonorità e certi stratagemmi creativi ormai assimilati che non riescono più a stupire né coinvolgere. Stando a queste premesse è davvero difficile trovare qualcosa di indimenticabile in “The Information”.

Sembra di sentire un esercizio di stile perfettamente riuscito dove Beck gioca a fare Beck. Sotto questo punto di vista sembra anche un disco riuscito, anche perché si tratta di una cifra stilistica comunque riconoscibile. Peccato che per un artista del genere conti ben altro. Eppure in giro se ne parla bene… capisco, si ascolta con piacere. Ma la cosa finisce lì. Ci sono altri miliardi di dischi che si ascoltano e basta e non sembra più una motivazione sufficiente per dare possibilità ad un disco del genere. Guardiamo in faccia, o fan di Beck, e diciamoci una volta per tutte, onestamente, cosa ci aspettiamo ora da lui? Io ancora non lo so. L’unica cosa di cui sono sicuro è che più ascolto “The Information” più penso che lo abbiamo perso per sempre.

68/100

(Hamilton Santià)

26.10.2006

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *