Arab Strap (+Satellite In), Hiroshima (Torino) (20 febbraio 2006)

Aprono la serata gli italiani Satellite Inn, trio che propone un folk rock d’ispirazione americana. Le loro struggenti ballate, pur non avendo granchè di originale, richiamano piacevolmente i Sophia, e grazie a qualche guizzo elettrico figlio di certi Dinosaur Jr.

Spogliato il palco, gli Arab Strap entrano in scena con una formazione decisamente rock. Niente elettronica, archi o fiati: due chitarre, basso, batteria e tastiera ad accompagnare l’inconfondibile voce di Aidan Moffat. Il gruppo attacca nel migliore dei modi, sfoderando riff di chitarra ruvidi e incisivi a dei volumi inaspettatamente alti. Potenza in crescendo con la vecchia e splendida Fuckin little bastards” e i brani del recente “The Last Romance” a dominare la scaletta.” Gran bel sentire per canzoni come “Stink”, “Don’t Ask Me to Dance” e “Speed Date”, e le avvolgenti trame chitarristiche di “(If there’s) No Hope for Us” perdonano la mancanza della gradevole voce femminile.

Ma l’aggressività del suono cela un gruppo visibilmente stanco: Malcom Middleton non è così punk come la maglietta dei Ramones che indossa e rimane immobile per tutta la durata del concerto tirando occhiatacce scazzate ai compagni. Moffat, dal canto suo, suda nervoso. La sua dondolante presenza, causa qualche chilo e parecchie birre di troppo, lo fa sembrare quasi d’ingombro, tanto che lascia più volte il palco per poi tornare a canzone conclusa.

Insomma, l’aria che tira all’interno del gruppo non è delle migliori. Se poi suonano quasi due ore senza intrattenere il pubblico tra un pezzo e l’altro, ripescando più d’una anonima ballata dai dischi meno recenti, qualche sbadiglio è più che lecito. Nel finale c’è spazio per una tirata “Here We Go”, richiesta dal pubblico, e la splendida “There is No Ending”, con Moffat alla tastiera, a confermare che le canzoni dell’ultimo disco sono le più efficaci in una dimensione live. Noi ci auguriamo che la stanchezza del gruppo sia solo apparente, e che Moffat e Middleton, nonostante collaborazioni e progetti personali, possano continuare insieme sulla scia di “The Last Romance”, con un pizzico di grinta in più.